30/11/08

Cash cash cash

Pare che, nonostante nessuno là fuori voglia pagare questa crisi, i solerti giardinieri della Libertà non stiano perdendo tempo a chiedere pareri, tanto che nuovi tagli sempre più fantasiosi appaiono ogni giorno, accompagnati da esilaranti prove d'abilità comica.

"Prima di tutto Sky non e’ un concorrente di Mediaset in quanto viaggia sul satellite e ha altre regole. Quanto al provvedimento adottato dal governo, esso ha penalizzato anche Mediaset che sta per far partire una tv su abbonamento. Questo dimostra che la sinistra ha inventato il conflitto di interessi. E se Sky fino ad oggi ha goduto di un privilegio, questo lo deve ai suoi buoni rapporti con la sinistra. Noi siamo andati a eliminare questo privilegio e si sono inventati che e’ una norma punitiva. Non si sono accorti che qualche settimana fa abbiamo introdotto una norma che stabilisce che i libri di testo non si possono cambiare prima di cinque anni eppure questa norma colpisce la Mondadori nella quale la famiglia del premier ha qualche interesse. La sinistra e’ in divorzio con la realta’. La sua capacita’ di volgere a suo vantaggio, con assolute menzogne, quello che facciamo, e’ straordinaria". (fonte addirittura il sito di Forza Italia)

Allora, va bene che stanno facendo cassa e da qualche parte i soldi devono uscire, ma è un peccato che, mentre ce lo mettono, per il culo ci debbano pure pigliare (anche se in effetti una presa salda aiuta, ma vabbè). Difatti Sky e Mediaset sono praticamente sullo stesso mercato, nel senso che Mediaset è di fatto la televisione a costo zero (la Rai è sempre meno un vero e proprio nemico) quindi far aumentare i costi della televisione a pagamento serve eccome a dirottare clienti sui tre canali di casa Berlusconi. Chiaro, non sono concorrenti diretti, ma questo non significa che Mediaset non benefici di eventuali flessioni nel mercato della tv via parabola (e la storia del canale commerciale di Mediaset non compensa poi più di tanto). Se Sky abbia avuto buoni rapporti con la sinistra non lo so, ma arrivare a dire che questo governo è occupato a riparare torti mi sembra degno al massimo del Bagaglino (ah, già)

È anche questo conflitto d'interessi? sinceramente non ne ho idea, potrebbe anche essere che l'IVA fosse effettivamente bassa, ma non essendo un esperto di questo genere di cose vi rimando a consultare blogger migliori (io mi sto solo divertendo con l'ennesimo, semplice post filologico-livoroso su Berlusconi e le sue dichiarazioni). Però il 10% in più sull'IVA porterà un 10% in più sugli abbonamenti, voglio vedere cosa si inventano per la campagna pubblicitaria di Natale. E infine affermare che una cosa del genera possa dimostrare che la sinistra ha inventato il conflitto d'interessi è addirittura incommentabile (sulla questione dei libri suppongo abbia invece ragione, ma non mi stupirei di scoprire che la Mondadori non ha interessi in quel campo).

Torna la porno tax, prelievo fiscale aggiuntivo che colpisce l'industria dell'eros più spinto. È una delle misure introdotte dal piano anti-crisi del governo, articolo 31. Non lieve: chi produce e commercializza materiale pornografico dovrà pagare un'addizionale del 25% sui redditi che ne derivano. (fonte il Corriere)

Un taglio invece sconfina nel surreale è questa famosa porno tax, "finalmente" da applicare dopo anni dalla prima proposta. Di per sè sarebbe già di suo una tassa difficile da applicare, dato che la maggiorparte del fatturato dell'industria porno è sommerso se non addirittura prodotto all'estero e "rivenduto" su internet, ma tanto per aggiungere ancora una spruzzata di ridicolo pare che la valutazione di cosa sia porno e cosa no (dato che esiste, oltretutto, una notevole mole di materiale borderline) spetti a Sandro Bondi. Il discrimine pare che sia la simulazione o meno dell'atto sessuale, il che ci fa pensare a un Bondi attivo già sul set per capire se v'è effettivamente penetrazione (ammesso che riesca a capirci qualcosa, s'intende) o più probabilmente un Bondi che ha finalmente un pretesto per compiere qualche sano atto censorio, che un po' si era capito desiderasse da tempo attuare. Se poi ne uscirà anche qualche soldo per le casse dello Stato non si capisce bene, ma ho la netta impressione che ci credano davvero.

Tutto qui? no, il dl è lunghetto e andrebbe studiato a fondo, cosa che probabilmente farò nei prossimi giorni se troverò il tempo. Ma un po' spero che lo faccia qualcuno per me (segnalate segnalate segnalate). (EDIT: non ho tempo, considerato che leggere economia per me è impegnativo, ma sono sicuro troverete blogger migliori in questo ambito)


29/11/08

Only the fittest

L'avevo promesso qualche tempo fa e oggi mi sono finalmente deciso, dopo aver trovato un metodo un po' approssimativo ma efficace. Il blog "in che senso?" ha finalmente una galleria ufficiale dei migliori post scritti in questi primi mesi e in quelli che verranno, per accedervi basta cliccare sul nuovo bannerino posto subito sotto l'archivio dei post, nella colonna di destra (nota: cliccare sull'immagine qua sopra in questo post porterà invece all'indirizzo dell'immagine). A proposito, non essendo io un granchè come grafico il bannerino fa effettivamente un po' pena: c'è qualche lettore smanettone che ha voglia di crearne uno simile (stesse dimensioni, colori e temi, magari solo col guscio del paguro) ma più bello?

Ora, perchè inserire un best of? oramai il blog sta crescendo, e se un tempo i visitatori occasionali potevano sfogliarsi l'archivio in una mezzoretta scarsa ora l'operazione sarebbe più laboriosa. Per questo ho inserito questa possibilità, così che i vecchi post più validi, secondo criteri del tutto personali (anzi, se voleve segnalarmi qualche vecchio pezzo che ho ignorato e che a vostro parere merita ascolterò volentieri), non vadano persi nei meandri della rete a causa della giustificata poca voglia di perdere ore dietro a uno schermo.

Buona lettura!

28/11/08

Biopalle, Bioballe

Forse non la prima ma comunque una delle prime regole di Internet è che ogni notizia apocalittica o messianica, prima di stupire, deve essere verificata a lungo. L'elenco delle bufale apparse sul web dalla sua creazione a oggi potrebbe riempire un enciclopedia, ed è bene per tutti trovare almeno una fonte autorevole per le verifiche del caso, dato che statisticamente, perlomeno durante il primo periodo, l'entusiasmo per l'ennesima grande invenzione contagia molta più gente di quanta non ne freni il dovuto scetticismo.

Il più famoso, autorevole e prezioso sito italiano del caso è il blog di Paolo Attivissimo, che puntualmente ha smontato (qui l'articolo) anche l'ultima fandonia dal sapore messianico pubblicizzata niente meno che da Beppe Grillo in carne e byte: la Biowashball. Questa miracolosa palla di plastica verde contenente palline di ceramica dovrebbe difatti, non si capisce bene se emettendo potenti raggi infrarossi (sic!) o emettendo ioni negativi (ari-sic!), permettere di lavare i panni a 30 gradi e senza detersivi, il che sarebbe effettivamente un bell'aiuto nella lotta all'inquinamento: sia perchè si eliminerebbe la diffusione di sostanze inquinanti come scarto dei lavaggi sia perchè si ridurrebbe di molto il consumo di energia elettrica. Il tutto è condito da un'altra chicca: per "ricaricare" la palla basterebbe un'oretta di sole al mese, e la durata dell'oggetto sarebbe addirittura di qualche anno. Tutto molto bello, peccato che, a meno che Biowashball non faccia come l'ormai proverbiale coleottero che non può volare ma non sapendolo vola (cosa che peraltro credo sia un'altra bella bufala), questa vera e propria "balla" non ha alcuna speranza di lavare davvero i vostri capi (al di là di quanto l'acqua di per sè non li lavi di suo, insomma, al di là di un curioso effetto placebo nella percezione del pulito). Paolo Attivissimo ha fatto qualche domanda in proposito a un chimico:

Può un oggetto di plastica e ceramica emettere raggi infrarossi, e per di più potenti?
No, non può, se non per l'ovvia emissione che hanno tutti i corpi che emettono calore. Emettere infrarossi ad alta intensità richiederebbe una sorgente di energia continua.

Possono i raggi infrarossi scindere una molecola d'idrogeno?
Possono farla bollire se sono alla giusta intensità. In realtà non è ben chiaro cosa faccia la molecola dell'acqua sottoposta ad intensi campi elettromagnetici. Per ora non ci sono studi accertati che parlano di infrarosso in grado di scindere l'acqua. In ogni caso si tratterebbe di intensità enormi, non generabili senza le strumentazioni adatte.

Il sito Biowashball.ch dice che "la Biowashball elimina i composti cloridrici nell'acqua e diminuisce la sua pressione superficiale, aumentando così il suo potere pulente". Come fa una palla di plastica e ceramica ad eliminare i composti di cloro nell'acqua? Dove li nasconde? E cos'è la "pressione superficiale"?
Esistono dei mezzi per eliminare il cloro dall'acqua, ma solo tramite l'uso di metalli o di particolari molecole organiche; non se ne vede, poi, lo scopo: i cloruri sono presenti dovunque, anche nell'acqua per la pasta. Al chimico non viene in mente nessun modo per poter tirare via il cloro con delle sfere di plastica e ceramica, ma finché non viene analizzata la Biowashball non si possono esprimere giudizi definitivi. La "pressione superficiale" non esiste. Sembra una brutta traduzione per indicare la tensione superficiale, che può essere effettivamente variata tramite i tensioattivi (presenti nei detersivi) per migliorare la miscibilità dell'acqua (o di altri liquidi) con altri solventi. Se la tensione superficiale diminuisce, aumenta il grado di "lavaggio" ovvero nel caso specifico l'acqua bagna e scioglie meglio le sostanze che normalmente non verrebbero sciolte. I tensioattivi sono il vero motivo per il quale i detersivi puliscono, il resto ha funzioni accessorie come antibatteriche, sbiancanti, eccetera.

Il sito Biowashball dice che "per preservarne l'efficacia, basta posizionare la Biowashball al sole per un'ora al mese, per rigenerarne le microsfere di ceramica." Ha senso esporre al sole delle microsfere ceramiche per "rigenerarle"? Che cosa vuol dire?
Non vuol dire nulla. Il sole non può rigenerare nulla in questo contesto. Le sfere dovrebbero essere fotosensibili, quindi assorbire la luce e reagire in base ad essa ripristinando il sistema inizialmente presente e liberando tutte le "schifezze" assorbite. Insomma nulla si distrugge: anche ammettendo che il sole potesse rigenerare queste sfere (cosa che non fa) comunque butterebbe fuori in un colpo tutto quello assorbito durante il mese.

Senza contare che:

Un altro dubbio sulla serietà di questo prodotto è l'assenza, a quanto risulta fin qui, di un brevetto che ne tuteli il principio di funzionamento. Sui vari siti ufficiali non c'è alcuna indicazione di tutele brevettuale: ci sono soltanto alcuni "certificati" decisamente surreali. Il 17 novembre ho inviato una mail alla società che commercializza il prodotto in Svizzera (info@lfb.ch) e a quella che sembra essere la casa madre a Hong Kong (biz@biowashball.ch) chiedendo di fornirmi i numeri di riferimento dei brevetti che tutelerebbero l'invenzione. Finora non ho ottenuto risposta.

E tanto per concludere il prodotto viene venduto assieme alle famose coccinelle che dovrebbero bloccare le emissioni dei telefoni cellulari (misteriosamente senza impedire ai telefoni stessi di funzionare). Peccato che Grillo caschi a piè pari, e credo in assoluta buona fede, in queste che sono tra le più pure espressioni di una tendenza ciclica e ineluttabile della Rete: i tentativi di spillare soldi ai faciloni. Si fa tanto parlare di internet come fonte privilegiata (e non subordinata ai media "ufficiali") di informazioni e io sono assolutamente daccordo, ma aggiungo che questo privilegio costa ricerche e fatica. Forse chi si spaccia per paladino della Rete dovrebbe rendersene conto e rimboccarsi le maniche, una buona volta (soprattutto se fa da fonte autorevole per così tante persone).

24/11/08

Come morire sereni nonostante gli scocciatori

Qua in Italia si fa un gran parlare, tra un'emergenza e l'altra, di testamento biologico: un diritto fondamentale da assicurare a tutti, certo, e non sarò certo io a sminuire questa lotta civile. Tuttavia per questa volta è il caso di rimediare a una delle tradizionali distrazioni di massa italiane, ovverosia di avvisare più gente possibile che è già possibile, di fatto, far sì di poter rifiutare le cure che si ritengono eccessive (un diritto sancito dalla Costituzione, per quanto non ancora esaustivamente tradotto in legge) anche nel caso si perda la possibilità di esprimere questo desiderio. È difatti previsto da una legge del Gennaio 2004, che istituisce la figura dell'amministratore di sostegno: una persona di fiducia (legata o slegata da vincoli di parentela che sia) preposta, come ci spiega un bell'articolo su Galileo, a portare avanti le volontà del paziente qualora esso si trovi a versare in stato comatoso o simili.

Tutto quello che si deve fare è scaricare e adattare questo modulo, compilarlo e farlo autenticare da un notaio (alcuni notai veneti e fiorentini si sono resi disponibili a farlo con contributo simbolico di un euro, a quanto pare), da quel momento in poi si avranno le spalle coperte in casi, tanto per fare un esempio, come quello di Eluana Englaro. Se ancora vi sembrasse fantascienza, sappiate che è già successo (ma è passato un po' in sordina, mi sembra), e un uomo è già riuscito a ottenere il distacco dai vari salva-vita senza troppi costi nè problemi.

Il procedimento è automatico? Cito dal pezzo di Galileo linkato sopra:

Una volta emesso il decreto il medico non può andare contro le volontà del malato, altrimenti potrebbe essere accusato di lesioni colpose. Solo i parenti più stretti potrebbero impugnare il decreto. La decisione finale, però, è lasciata alla discrezione del giudice, che potrebbe rifiutare di emettere il decreto, anche se esiste sempre la possibilità di fare ricorso. Da quando è stata approvata, la legge 6/2004 sull’amministrazione di sostegno ha sempre funzionato, in ambito patrimoniale o personale, e diversi giuristi si sono espressi favorevolmente alla sua applicazione per i temi della fine della vita. Se si diffondesse il ricorso a questo strumento potremmo trovarci davanti a un fenomeno di migrazione: le persone che se ne volessero avvalere potrebbero cambiare la loro residenza e spostarla dove si trova un giudice favorevole al decreto. Per ricorrere a un certo Tribunale basta infatti avere il domicilio nell’area di sua competenza.

Tutto ciò non elimina la necessità di legiferare finalmente a proposito di quello che è uno dei grandi temi affrontati dalla Costituzione e "rimossi" dal legislatore, ma perlomeno da una speranza di morte dignitosa ai tanti che sono ancora in tempo per usufruirne. Ovviamente, sperando che venga fatta un po' di informazione a riguardo.

20/11/08

Epiloghi

Mi sono accorto che spesso su questo blog capita di trovare lunghe (e noiose) trattazioni di iniziative, casi politici o fatti di cronaca "aperti al futuro", ovvero che prevedono sviluppi successivi. Succede allora che, scrivendo io solo occasionalmente e scegliendo gli argomenti un po' a naso, spesso io di questi sviluppi non abbia occasione di parlare e se pure sono tutte informazioni facili da trovare e da ricevere per una volta voglio chiudere qualche vecchio file.

Dai più antichi ai più recenti:

Eluana Englaro è stata definitivamente, totalmente e senza alcun indugio autorizzata a spegnere anche il proprio corpo, facendo sì che possa seguire il destino della mente andatasene anni fa. Dopo la corte di Cassazione ora anche la Corte Europea per i diritti dell'uomo nega il ricorso alle svariate associazioni che si sono schierate sul fronte della lotta per la vita (che a dire il vero non corre fuori dalla clinica della Englaro, ma un po' più a Sud nel mondo, anche se nessuno li ha avvisati).

La Costituzione è sulla strada per essere salvata, dopo il vulnus del Lodo Alfano. Mentre si attende lo scontato pronunciamento in proposito della Consulta, Di Pietro ha già superato abbondantemente il milione di firme per il referendum abrogativo. È vero, si può discutere sull'efficacia delle battaglie referendarie in Italia, ma questa volta difficilmente si riuscirà a giocare la carta dell'astensione dato che il lodo lo vuole praticamente solo Berlusconi, e gli stessi elettori leghisti, per fare un esempio, potrebbero finire per votare l'abrogazione.

Riccardo Levi ha ufficialmente fatto una mezza retromarcia, assicurando tutti che i blog non sono il suo bersaglio. Con una chiarezza e un'apertura inaspettate (per un deputato Pd), Levi ha fatto sapere che prima di discutere il disegno di legge in Parlamento verrà tolto ogni riferimento in proposito e si aprirà una discussione per "riempire quello spazio" nell'ottica non di censurare ma semmai di valorizzare tutto ciò che la Rete riesce a produrre.

Villari non si dimetterà dal suo incarico, come tutto sommato era scontato facesse. Per quanto Berlusconi neghi anche solo di averlo mai incontrato, si intravede un piano sotto a questa vicenda, piano che in effetti qualcuno sostiene essere opera della "corrente" dalemiana interna al Pd (e sarebbe l'ennesima prova che D'Alema è il male, perlomeno un maligno minore). Nel mentre, il Partito Democratico da prova di cominciare a imparare quando fare la cosa giusta, espellendo Villari dal gruppo Pd al senato (e presumibilmente anche dal partito, se si può fare).

17/11/08

Il significato di Villari

Un po' lo si intuiva dalla sua biografia politica, un po' è un periodo un po' così e certe cose ce le si aspetta, fatto sta che alla notizia di oggi si era tutti un po' preparati. Ciò nonostante, forse non si è del tutto informati su cosa significhi, ecco quindi un ripassino:

La commissione di vigilanza Rai venne istituita nel 1975 con lo scopo di sorvegliare l'attività del servizio televisivo e radiofonico nazionale e pubblico italiano, o meglio di ereditare questo ruolo dal Governo che lo esercitava precedentemente. Le implicazioni di questo passaggio di testimone sono evidenti: dal controllo monocratico della maggioranza si è passati a un controllo teoricamente pluralistico che chiama tutti i partiti rappresentati in parlamento a gestire il sistema televisivo e radiofonico nazionale (qui il regolamento), ovviamente non in maniera diretta (c'è un consiglio d'amministrazione apposito), ma comunque in maniera sostanziale.

Ora, cosa succede da qualche anno a questa parte? siccome il presidente di questa commissione riveste un ruolo di garanzia, è consuetudine che, mentre i membri della commissione dovrebbero in teoria riflettere la composizione del parlamento, questi venga designato dalla coalizione di minoranza, con lo scopo di assegnare il ruolo più importante all'interno di questa commissione a chi ha più interesse a controllare che la Rai si attenga alle sue funzioni di informatore critico. Tutta questa bella teoria in Italia fa un po' ridere, e difatti da sempre la Rai è stata di fatto "lottizzata" tra i vari partiti (storicamente: ra1 governativa, rai2 destra e rai3 sinistra, ora le cose sono un po' più complicate ma lo schema di fondo è quello), e nessun presidente di commissione ha mai fatto davvero molto sotto questo punto di vista. Che sia per questo che la candidatura di Orlando è stata tanto osteggiata dal Pdl, tanto da far naugrafare 45 votazioni? non conosco bene le dichiarazioni d'intenti di Orlando a riguardo, ad ogni modo è forse più cruciale il fatto che sia un deputato dell'Italia dei Valori, un partito che fa dell'Informazione libera e critica una delle sue battaglie cruciali. Non che con Orlando la Rai sarebbe mutata di colpo nella Tv delle meraviglie, ma per l'importanza che il sistema radiotelevisivo riveste per Berlusconi e compagnia è chiaro che anche un canale così stretto per operare qualche cambiamento da parte di chi non si farebbe sfuggire l'occasione è in realtà troppo largo.

Ora, storicamente il centrosinistra ha sempre lasciato un po' correre sulle pretese assolutistiche di Berlusconi in campo televisivo, dimenticandosi in continuazione del famoso conflitto d'interessi, ed è positivo che questa volta perlomeno Veltroni non sembri avere intenzione di lasciar correre questa nomina che, di fatto, rompe la consuetidine di cui sopra (essenziale è che sia l'opposizione a designare il candidato, non che questi sia membro dell'opposizione). Solo, spero che questa rivendicazione, che a mio parere può sfociare solo nell'espulsione di Villari dal partito, non sia solo parte del recente filone narrativo-veltroniano del "siamo in regime". Non che sia del tutto fuori luogo come sirena d'allarme, ma per una volta vorrei vedere il Pd schierato con precisione su un tema cruciale come l'informazione libera e critica, anche a costo di lottare per assicurare a un partito con cui si ha rotto, l'Italia dei Valori, un posto che si merita.

15/11/08

14/11/2008 Roma manifesta e si colora di protesta

Nuovamente il balletto delle cifre, ma questa volta il ridicolo lo sfiora la questura che (come trovo citato sul Giornale) spara un incomprensibile 30.000 quando invece, se pure gli studenti sostengono un forse esagerato dieci volte tanto (e senza contare i sindacati), la stima più realistica raggiunge perlomeno le 150.000 (ma non sono mai riuscito a vedere contemporaneamente la testa e la coda del corteo, quindi almeno 200.000 potrebbero pure esserci stati). Il timore che serpeggiava tra i ragazzi la notte prima e la mattina stessa era che le forze dell'ordine (rincuorate dalla sentenza di Genova) si lasciassero prendere un po' la mano, fortunatamente si sono limitate a dare i numeri (e speriamo che non avvengano blitz in questi due giorni di assemblea studentesca alla Sapienza).

L'abito non fa il monaco, una reflex si

Tra le tante maniere che c'erano di vivere questa giornata io ho deciso di fare il giornalista, probabilmente spinto dall'efficentissimo servizio d'ordine interno al movimento, riflesso pratico di una più generale ottima organizzazione degli studenti stessi, encomiabili per la serietà che stanno mettendo in questa battaglia (io pure battaglieggio, sia chiaro, ma purtroppo non ho tempo e modo di tuffarmi in assemblee e collettivi e mi limito a fare un poco d'informazione). Difatti, un buon modo per evitare di essere rimandati dentro al corteo da zelanti difensori della sua compattezza è mettersi una macchina fotografica al collo e girare con un block notes in tasca, passando per reporter e avendo così libero accesso (chiaro, non mi sarebbero venuti a prendere con la forza, ma avrebbero rotto un po') a ogni parte della manifestazione e zone limitrofe. Insomma, un po' per fare delle belle foto, un po' perchè mi annoio a marciare e scandire slogan, ieri ho deciso che la manifestazione l'avrei seguita da fuori.

La prima cosa che salta all'occhio, e occorre ricordarlo ogni volta fino allo sfinimento, è la compattezza di un movimento che non a caso ha la forza di trattenere un cospicuo numero di studenti per un intero weekend di assemblee. Qui si tratta di coordinare decine di gruppi locali, eppure non si nota alcuna sbavatura nell'organizzazione di un corteo composito, che ha ricevuto afflussi di studenti praticamente per tutta la mattinata e da quello che si è saputo anche parte del pometiggio, un corteo che ha saputo persino mutare direzione all'improvviso per andare ad assediare il Parlamento, il tutto senza alcun incidente con le forze dell'ordine. Non ho idea del lungo lavoro che sicuramente c'è stato dietro alla giornata, ma certamente è stato molto più complesso della semplice preparazione delle coreografie, trattandosi dopotutto di coordinare tre diversi cortei confluenti in Piazza Venezia più numerosi innesti da parte di singoli gruppi (come Ingegneria o l'Accademia).

Informandomi il giorno prima su Articolo21 avevo appreso che dopo la parte autorizzata della manifestazione era previsto in via non ufficiale un assedio al palazzo del Parlamento, tuttavia non ero preparato quando, all'altezza di via di Torre Argentina il gran fiume del corteo ha cominciato a dividersi in rigagnoli più piccoli, infiltrandosi per le strade della capitale in direzione Montecitorio ben prima di raggiungere piazza Navona (che, da quello che ho poi letto, sembra essere stata teatro di una manifestazione con la partecipazione dei sindacati e alcuni esponenti politici extraparlamentari). È stato li che ho potuto vivere sulla pelle l'emozione del giornalista in cerca della notizia: il correre a infilarsi nelle strettoie per raggiungere la testa di questo secondo corteo, il domandare ai "colleghi" e agli studenti qualche informazione su quello che sta accadendo, correre avanti, arrampicarsi su un'impalcatura, scattare in equilibrio precario e poi ancora correre avanti per cercare una posizione favorevole e provare a mettere assieme tutti i dati raccolti su un pezzo di carta. I primi istanti successivi sono stati carichi di aspettativa, anche perchè ieri ci si è trovati stranamente in mezzo tra le forze dell'ordine, schierate lungo una specie di balaustra nella piazzetta antistante il parlamento, e gli studenti che un poco alla volta arrivavano ad assediare il cuore visibile della politica italiana, ma fortunatamente quando le due parti sono venute a contatto è prevalsa l'anima pacifista di questo movimento e ci si è potuti rilassare, pensando a raccogliere dichiarazioni e scattare foto.

Non ho voluto spingere la finzione fino a intervistare qualcuno (volevo evitare che qualche giornalista mi chiedesse per che testata scrivo), e ho preferito invece origliare qualche conversazione, osservare un mondo variegato che spesso non si immagina essere dietro alle notizie che leggiamo tutti i giorni. "Facessimo sciopero noi precari dell'informazione, domani non uscirebbe un quotidiano" sento dire da un simpatico ometto barbuto, e il giovanotto coi baffi che gli sta accanto ride e annuisce, mentre intorno a loro si muove e chiacchiera amabilmente quello che appare come un club di veterani, gente che si conosce e riconosce in un mestiere che per chi viene mandato sul campo è spesso precario e sottopagato.

L'aria tra la stampa è rilassata, e mentre da un lato le forze dell'ordine osservano la folla con una certa apprensione, dall'altro i ragazzi cantano, ballano e continuano ad arrivare finchè davvero si ha la sensazione dell'assedio, per quanto gioioso. Arriva anche l'onda, il telone blu che ricorda un po' i draghi cinesi come meccanica, e assieme ad esso la conferma che tutte le vie d'accesso a palazzo Chigi sono presidiate dagli studenti e nessuno può uscirne. Un assedio che non dura più di un tre quarti d'ora ma dall'impatto molto forte, poichè testimonia a un tempo la grande forza numerica del movimento (per riuscire ad arrivare fin lì) e la volontà di non farsi fregare da chi cerca lo scontro ("dove sono i facinorosi in questo corteo?" chiede un ragazzo-megafono rivolto al parlamento). È strano trovarsi in mezzo a chi per mestiere deve rimanere impassibile davanti a tanto entusiasmo, pensando al corteo come a uno strano animale da analizzare al massimo con un po' di simpatia, ma senza partecipazione, e tuttavia è la maniera forse più efficace per rendersi conto di quanto potere abbia oggi questo movimento. "...Nei prossimi giorni definiremo le linne guida dell'autoriforma, perchè crediamo che la critica alla legge Gelmini non esaurisca la nostra attività...proposte ne abbiamo e le faremo tutti assieme..." sento dichiarare alla Stampa da uno dei ragazzi che hanno organizzato tutto con riferimento all'assemblea nazionale di oggi e domani, e dentro di me spero che tutto questo potenziale non vada sprecato in sterili e verbose discussioni sull'autodeterminazione dello studente, quanto piuttosto in una seria riflessione ad ampio spettro su un'università pubblica allo sfacelo.

Un poco alla volta si comincia a ripartire, e incredibilmente i ragazzi riescono ancora a gestire l'ordine degli striscioni pur nel bailamme di una piazza senza un metro quadro di spazio libero. Superato anche l'ultimo pericolo, con la polizia che fa cordone per far proseguire, poco distante, il corteo in via dei Bergamaschi (chiudendo l'accesso a piazza Colonna), la moltitudine raggiunge nuovamente piazza Venezia un po' sfilacciata, e da lì si divide in più gruppi alcuni dei quali proseguono a bloccare le strade di Roma, al grido di "Se ci bloccano in futuro noi blocchiamo la città". Ho il sospetto che i romani siano ormai abituati di loro a viaggiare in macchina più lentamente che a piedi (e lo facciano solo per poter stare seduti), perchè vi è una diffusa indulgenza da parte degli automobilisti che non sembrano protestare di fronte cori e striscioni. Fatto sta che un poco alla volta si torna alla Sapienza, alcuni preparandosi per restare e altri a partire, lasciandosi alle spalle l'ennesima giornata ben vissuta, sperando che serva a qualcosa e attendendo una due giorni di discussioni che spero sia possibile seguire in rete, non potendo essere io a Roma.

Mi dispiace non poter pubblicare le foto per un bel po' (lavorando io su pellicola e non avendo uno scanner), confido comunque che la marea di macchine presenti ieri, il che mi fa pensare di non essere stato l'unico a fingersi reporter, abbia già inondato la rete di testimonianze. Per quanto riguarda me non so se nella vita finirò mai a fare il giornalista (sinceramente ne dubito, visto il mercato del lavoro attuale e la marea di gente più brava di me), tuttavia la giornata di ieri mi ha regalato un nuovo hobby, e tanto basterebbe per serbare qualche bel ricordo.

12/11/08

Secondo Levi

Ve lo ricordate Levi? non lo scrittore, il politico. Non ricordo bene che ruolo avesse, ma durante la scorsa legislatura propose un discusso progetto di legge che, a prenderlo in buona fede, avrebbe dovuto regolamentare il selvaggio mercato dell'informazione telematica. Alcuni, molti a dire il vero, insinuarono che si cercavano semplicemente di mettere sotto controllo anche le poche fonti di informazione libera rimaste in Italia, ovvero blog e simili. Com'è come non è, all'epoca tutto fu reso confuso dalla protesta dilagante e non si è mai capito bene cosa abbia fatto davvero sparire quel progetto di legge, e sicuramente la caduta del governo Prodi ha messo l'ultimo sigillo a un'idea un po' sospetta, sicuramente scritta da chi della rete non capisce molto.

Non si sa se per via di un'immedesimazione in Don Chisciotte, di un'illuminazione divina o della noia del pensionato, è notizia di questi giorni che Levi ci riprova con un nuovo e più aggiornato disegno di legge (che comunque non è scontato venga discusso a breve o addirittura in questa legislatura), senza che nessuno gli abbia chiesto nulla. È Daniele Minotti, sul suo blog, a svelare l'accaduto alla blogosfera, riportando i passi più significativi:

1. Ai fini della presente legge, per prodotto editoriale si intende qualsiasi prodotto contraddistinto da finalità di informazione, di formazione, di divulgazione o di intrattenimento e destinato alla pubblicazione, quali che siano la forma nella quale esso è realizzato e il mezzo con il quale esso viene diffuso.
2. Non costituiscono prodotti editoriali quelli destinati alla sola informazione aziendale, sia ad uso interno sia presso il pubblico.
3. La presente legge non si applica ai prodotti discografici e audiovisivi, fatti salvi i casi in cui tale applicazione sia espressamente prevista
“.

Soltanto con riferimento all’iscrizione al ROC che “rileva anche ai fini dell’applicazione delle norme sulla responsabilità connessa ai reati a mezzo stampa” (art. 8), si precisa che “sono esclusi dall’obbligo dell’iscrizione nel Registro degli operatori di comunicazione i soggetti che accedono alla rete internet o che operano sulla stessa in forme o con prodotti, quali i siti personali o a uso collettivo, che non costituiscono il frutto di un’organizzazione imprenditoriale del lavoro

art. 7: “l’iscrizione nel Registro degli operatori di comunicazione è condizione per l’inizio delle pubblicazioni dei giornali quotidiani e dei periodici, e sostituisce a tutti gli effetti la registrazione presso il tribunale, di cui all’articolo 5 della legge 8 febbraio 1948, n. 47. Sono fatti salvi i diritti già acquisiti da parte dei soggetti tenuti a tale registrazione in base al citato articolo 5 della legge n. 47 del 1948


Cerchiamo di capirci qualcosa. Secondo questo progetto di legge (che, ribadisco, per ora non è prevedibile se e quando verrà votato, nè se questo governo, anche se è prevedibile che sarà così, sarà o meno favorevole) un blog è decisamente un prodotto editoriale (art. 1), purtuttavia sarebbe escluso dall'iscrizione al ROC qualora non fosse il frutto di un'organizzazione imprenditoriale del lavoro. Cosa significa organizzazione imprenditoriale? per quanto intuitivamente verrebbero da escludere praticamente tutti i blog italiani, Luca Spinelli su Punto Informatico sostiene (in maniera, per me, convincente) che

Il blog di Beppe Grillo ha una redazione, ha banner pubblicitari, vende prodotti. In parole povere: sia secondo il Codice Civile, sia secondo la comune interpretazione dell'Agenzia delle Entrate, fa attività di impresa. Se il progetto di legge fosse approvato, perciò, Beppe Grillo avrebbe con tutta probabilità l'obbligo di iscriversi al ROC. Non solo: sarebbe in questo modo soggetto alle varie pene previste per i reati a mezzo stampa.

Affari suoi, diranno forse alcuni. Eppure non è l'unico a doversi preoccupare. Nella stessa situazione si troverebbero decine, probabilmente centinaia di altri ignari blogger. Infatti: chiunque correda le proprie pubblicazioni con banner, promozioni, o anche annunci di Google AdSense, secondo la comune interpretazione dell'Agenzia delle Entrate, fa attività di impresa.


Insomma, la cosa si fa un po' più preoccupante. Non tanto per gli Adsense (che peraltro ho appena aggiunto sotto consiglio di un amico, anche se speravo uscissero pubblicità più utili), quanto perchè sembra che l'intenzione sia di colpire a tradimento con norme confuse. Il ragionamento di Spinelli dimostra come sia facile far rientrare nella definizione "attività di impresa" una larga varietà di pratiche alcune delle quali piuttosto comuni e "ingenue", quanto sarà semplice cogliere in fallo qualcuno? per quanto Minotti non veda ragioni per cui ci si debba davvero preoccupare di questa legge, quantomeno per ora, io temo che la vaghezza che lui critica sia più un'intento che un sottoprodotto dell'eventuale incompetenza legislativa di Levi. Sarebbe molto italiano, quantomeno.

Al di là di questo, già così com'è ridimensionerà di molto la possibilità di Grillo e tanti come lui di far circolare materiale più facilmente, a meno di iscriversi al ROC. Già, il ROC, ma cosa significa? Oltre alla prevedibile tassa da pagare, L'iscrizione nel Registro degli operatori di comunicazione dei soggetti che svolgono attività editoriale sulla rete internet "rileva anche ai fini dell'applicazione delle norme sulla responsabilità connessa ai reati a mezzo stampa" (vedi succitato art. 8), il che farebbe evidentemente scattare il ben noto meccanismo per cui con una semplice citazione in giudizio per danni miliardari si può intimidire chiunque, anche chi sta dalla parte della ragione (e vuole evitare guai, o semplicemente non può/vuole pagare le spese legali). Ammettiamo anche che l'intento sia cercare di instillare maggiori responsabilità in chi si prende la briga di pubblicare informazione fai-da-te, il risultato sarebbe decisamente più ampio e disastroso. Personalmente, quando e se mai questa legge verrà varata leverò gli adsense (se non lo farò prima) e starò attento a non "organizzare troppo" il mio blog, ma temo che molte persone agirebbero in maniera più radicale.

C'è poi la questione server all'estero. Ero effettivamente convinto che avere il server contenente tutti i miei post hostato in America bastasse a risolvere perlomeno la mia posizione (Travaglio e Grillo, per fare due esempi, usano server italiani), tuttavia pare che non sia così. Gli stessi Minotti e Spinelli, assieme ad altri commentatori del post, sembrano più o meno sicuri (anche qui, non si tratta di norme precise ma di interpretazioni giurisprudenziali probabili) che la cosa non sia minimamente d'ostacolo a chi volesse perseguire blog con "sede" in Italia. È un po' come quando beccano le società finanziarie con sedi farlocche alle Cayman, quella che conta è la sede dove effettivamente viene svolta l'attività in questione, che nel mio caso è perlopiù Bologna, Italia. In teoria non si capisce bene se questo sia un blog italiano, in pratica è molto probabile che chiunque possa denunciarmi per stampa clandestina (but don't try this at home!).

Sembra improbabile che ne esca qualcosa molto presto, tuttavia come lo stesso scettico Minotti avverte è il caso di tenere alta la guardia: se anche questo progetto di Levi è più confuso che pericoloso, l'attuale governo (che non ha nulla a che spartire con Levi, è bene ricordarlo) si è sempre dimostrato particolarmente sensibile, in negativo, al tema della libera informazione. Come a dire che questo è solo l'antipasto, probabilmente.

09/11/08

Ad un mondo di distanza da qui

Un po' per studio (ho un corso di inglese da portare avanti, dopotutto), un po' per passione, mi sono visto e letto entrambi i discorsi dei candidati a presidente degli USA in questa tornata elettorale. Eccoli qua sotto, traduco quello di McCain che, per quanto pure quello di Obama sia molto bello, mi sembra più interessante (e stimolante), se confrontato con la maniera italiana di vivere la politica.

Non so bene cosa si possa aggiungere di commento a un discorso così bello, in cui c'è tutto quello che un candidato deve dire dopo aver perso limpidamente delle elezioni. Forse potrei azzardare qualche paragone con le bizze di Berlusconi e gli scimmiottamenti americofili (e un po' "spaghettici") di Veltroni, ma credo che tutto ciò sia talmente lampante da non meritare il tempo di scriverlo. Una cosa mi sento di dirla: sarà matto come un cavallo, ma io questo McCain lo stimo.


(taglio gli intermezzi in cui McCain e la folla di persone che lo ascoltano "dialogano", oltre che i pezzi di ridondanza dovuti all'essere questo un discorso e non un comunicato stampa)

Amici miei, siamo giunti alla fine di un lungo viaggio.il popolo americano si è espresso, e lo ha fatto chiaramente.
Poco fa ho avuto l'onore di telefonare al sen. Barack Obama per congratularmi con lui [...] della sua elezione a prossimo presidente della nazione che amiamo entrambi.

In un contesto così lungo e difficile come questa campagna è stata, già solo il suo successo mi impone rispetto per la sua abilità e la sua perseveranza. Ma che sia riuscito a farlo stimolando le speranze di così tanti milioni di americani che una volta credevano erroneamente di contare poco o di avere poca influenza nell'elezione di un presidente americano è qualcosa che ammiro profondamente, e mi complimento con lui per esservi riuscito. Questa è un'elezione storica, e comprendo lo speciale significato che ha per gli afroamericani e lo speciale orgoglio che devono provare questa sera. Ho sempre creduto che l'America offrisse opportunità a tutti quelli che hanno l'impegno e la voglia di coglierle. Anche il sen. Obama crede lo stesso. Ma tutti e due comprendiamo che, anche se abbiamo percorso molta strada dalle antiche ingiustizie che una volta macchiavano la reputazione della nostra nazione e negavano ad alcuni americani la piena benedizione della cittadinanza americana, la loro memoria ha ancora il potere di ferire. Un secolo fa, l'invito a cenare alla casa Bianca del presidente Theodore Roosevelt a Booker T. Washington fu considerato un oltraggio da molti. L'America, oggi, è a un mondo di distanza dalla crudele e altezzosa intollerenza di quei tempi. Non c'è migliore evidenza di ciò che l'elezione di un afroamericano alla presidenza degli Stati Uniti. Lasciamo che non ci siano ragioni ora [...] per qualsiasi americano di non riuscire ad avere a cuore la cittandinza in questa nazione, la più grande nel mondo.

Il sen. Obama ha ottenuto un grande risultato, per sè stesso e per la sua nazione. Lo applaudo per questo, e gli offro le mie condoglianze acchè la sua amata nonna non ha vissuto per vedere questo giorno. Nonostante la nostra fede ci assicuri che lei stia riposando alla presenza del suo creatore, e sia molto fiera della brava persona che ha aiutato a crescere.

Il sen. Obama e io abbiamo avuto le nostre differenze, ne abbiamo discusso, e lui ha prevalso. Non c'è dubbio che molte di queste differenze rimangono. Questi sono giorni difficili per la nostra nazione. E io questa sera gli prometto di fare tutto ciò che è in mio potere per aiutarlo a guidarci attraverso le molte sfide che dovremo affrontare. Esorto tutti gli americani [...] che mi hanno supportato di unirsi a me non soltanto nel congratularsi con lui, ma nell'offrire al nostro nuovo presidente la nostra buona volontà e i più sinceri sforzi nel trovare le strade per trovare i compromessi a colmare le nostre differenze e aiutare a ricostruire la nostra prosperità, difendere la nostra sicurezza in un mondo pericooso, e lasciare ai nostri figli e nipoti una nazione migliore e più forte di quella che abbiamo ereditato. Quali che siano le nostre differenze, noi siamo compagni americani. E credetemi, vi prego, quando dico che nessuna associazione ha significato di più per me.

E' naturale [...] questa sera, provare un po' di delusione. Ma domani noi dobbiamo superarla e lavorare assieme per far muovere nuovamente il nostro paese. Abbiamo combattuto [...] quando duramente abbiamo potuto. E anche se ci sentiamo giù, il fallimento è mio, non vostro.

[...] Sono così grato a tutti voi per il grande onore del vostro sostegno, e per tutto quello che avete fatto per me. Avrei voluto che la conclusione fosse stata differente, amici miei. [...] La strada è stata difficile sin dall'inizio, ma il vostro sostegno e la vostra amicizia non è mai venuta meno. Non so esprimere sufficentemente bene quando profondamente io sia indebitato con voi.

Sono particolarmente grato a mia moglie, Cindy, a mio figlio, alla mia cara madre [...] e a tutta la mia famiglia, e a tutti i molti cari e vecchi amici che sono stati al mio fianco attraverso i numerosi alti e bassi di questa lunga campagna. Sono sempre stato un uomo fortunato, e mai così tanto come per l'amore e l'incoraggiamento che mi avete dato. Sapete, le campagne sono spesso più dure per la famiglia di un candidato che per il candidato, e questo ed è stato così in questa campagna. Tutto quello che posso offrire in cambio è il mio amore e la mia gratitudine, e la promessa di molti sereni anni in futuro.

Sono anche [...], ovviamente, molto grato al gov. Sarah Palin, una delle migliori candidate che ho mai visto [...] e una nuova e pesante voce del nostro partito riguardo le riforme e i principi che sono sempre stati la nostra forza più grande... a suo marito, Todd, e ai suoi cinque bellissimi bambini...per la loro instancabile dedizione alla nostra causa, e per il coraggio e la grazia che hanno mostrato nella durezza e nel caos di una campagna elettorale. Possiamo guardare avanti con grande interessa al suo futuro servizio all'Alaska, al partito Repubblicano e al nostro Paese.

A tutti i miei compagni di campagna, da Rick Davis, Steve Schmidt e Mark Salter a ogni ultimo volontario che ha combattuto così duramente e validamente, mese dopo mese, in quella che in alcuni momenti è sembrata la più combattuta campagna elettorale dei tempi moderni, davvero tante grazie. Un'elezione persa non significherà mai, per me, più del privilegio della vostra fede e della vostra amicizia.

Non so [...] cos'altro avremmo potuto fare per cercare di vincere questa elezione. Lascio decidere ad altri. Ogni candidato compie degli errori, e sono sicuro di averne fatto la mia parte. Ma non spenderò un solo momento futuro a rimpiangere quello che sarebbe potuto essere. Questa campagna è stata e rimarrà il grande onore della mia vita, e il mio cuore è pieno solo della gratitudine, per l'esperienza e perchè il popolo americano mi ha ascoltato con imparzialità prima di decidere che il sen. Obama e il mio vecchio amico sen. Joe Biden avrebbero dovuto avere l'onore di guidarci per i prossimi quattro anni.

[...] Non sarei [...] un americano degno di questo nome se rimpiangessi un destina che mi ha concesso lo straordinario privilegio di servire questo Paese per un quarto di secolo. Oggi ero candidato per il più grande incarico nel Paese che amo così tanto. E questa sera, io rimango suo servo. Questa è una benedizione sufficente per chiunque, e io ringrazio il popolo dell'Arizona per questo.

[...]Questa sera [...], più di ogni altra notte, ho nel mio cuore nient'altro che l'amore per questo Paese e per tutti i suoi cittadini, che abbiano sostenuto me o il sen. Obama. Auguro ogni fortuna all'uomo che è stato il mio avversario e che sarà il mio presidente. E Chiedo a ogni americano, come ho fatto spesso in questa campagna, di non disperare per le nostre difficoltà attuali, ma di credere, sempre, nella promessa e nella grandezza americane, perchè nulla qui è inevitabile. Gli americani non mollano mai, noi non ci arrendiamo mai.

Non ci nascondiamo mai dalla Storia, la facciamo.

Grazie a voi, e Dio vi benedica, e benedica l'America. Grazie di cuore a tutti voi.

07/11/08

Ami di distrazione di massa

Ami come quelli a cui tutti abboccano ogni volta, si capisce. Difatti, mentre persino Google News si fa stregare dall'affaire melanina, dedicandogli tutte le prime voci della chiave di ricerca "Berlusconi", il nostro mirabile premier se ne esce con dichiarazioni un po' più interessanti:

- Il pacchetto di misure di aiuto per le famiglie non sara' incluso nella finanziaria al voto la prossima settimana, ma sara' varato piu' tardi. Lo ha confermato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, al termine del summit ue straordinario a Bruxelles. (fonte AdnKronos)

- Occorre diffondere serenita', e far capire che le crisi passano. E' il messaggio portato dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi al summit straordinario Ue a Bruxelles di preparazione al vertice del G20 del 15 novembre a Washington. (fonte AdnKronos)

- Berlusconi ha concluso con una precisazione sui finanziamenti alla scuola privata: "Non mi ero accorto che nella Finanziaria sono stati tolti 134 milioni alla scuola privata cattolica. Ammetto una mia colpa: cercheremo di non togliere i finanziamenti alla scuola cattolica: è una libertà per tutti". (fonte Repubblica)

e Obama, giustamente, evita di chiamarlo non potendo decisamente ottenere granchè da un cialtrone su temi delicati che non poteva non abbozzare, dopo aver incassato le congratulazioni. S'intende, è stato più un "allora ci sentiamo per queste cose, ok?" che una discussione vera e propria, e ci mancherebbe altro a tre giorni dall'elezione, ma sta a significare che Berlusconi e con lui l'Italia tutta non sono tenuti in reale considerazione come interlocutori di un qualche peso. Viene il sospetto, a dire il vero, che Berlusconi abbia anticipato Obama con quella battutaccia un po' per ripicca, sapendo che non sarebbe stato chiamato e volendo farlo passare per permaloso; sicuramente gli è servito a far passare in sordina le ennesime furbate di questo governo in materia economica. Tutto sommato a Berlusconi l'America non è mai interessata più che per farsi bello qui in Italia, e forse questa volta gli è pure servita a qualcosa.

Mentre scrivo sento dal tg in cucina che stasera Obama chiamerà Berlusconi, evidentemente dopo la conferenza stampa che sta per tenere nella quale parlerà perlappunto o perlopiù della crisi economica; non è forse la prova che del parere di MrB, checchè ne dica il nostro primo ministro, non tiene conto? quantomeno il futuro presidente USA si è dimostrato un signore, non ha risposto alle cazzate e ha evitato di infierire su un'opinione internazionale di Berlusconi che è già ridicola di suo, ma sembra chiaro che con il re dei clown non vuole avere nulla a che fare. Ed è un altro punto a suo favore, per quanto mi riguarda.

06/11/08

Libertà di sparare cazzate

"Con Obama alla Casa Bianca, Al Qaeda forse è più contenta" (da PeaceReporter, che riporta anche la traccia audio)

Basta una semplice frase per inquadrare un personaggio, a volte, specie se non ci si può aspettare una grande produzione intellettuale da figuri di tal schiatta; Gasparri è fatto così: un insieme di frasi fuori luogo che tengono assieme un personaggio caratterizzato da poco più che dall'espressione perennemente ebete e un ruolo non ben definito, ma comunque a mezza via tra il paggio e il buffone di corte. Sapere che è stato codirettore di un Giornale (vabbè dai, era il Secolo d'Italia e lui stava nell'MSI) mi fa ben sperare per una mia eventuale carriera nella stampa. In passato è stato addirittura ministro delle telecomunicazioni, che in un governo Berlusconi è un po' tenere caldo il posto per il ministro del governo successivo (qualche malelingua sostiene che non abbia nemmeno scritto la famigerata legge che porta il suo nome, quella che ci sta costando i milioni al giorno per intenderci), oggi si limita a fare quello che gli riesce meglio: niente, ma in molte maniere diverse. Sul suo sito personale potete trovare qualche bella immagine e una rassegna stampa che testimonia come questo ineffabile personaggio vaghi per l'Italia a esprimere opinioni aborracciate su una gran varietà di temi, senza peraltro dare mai l'impressione di dire qualcosa di importante; ad esempio le sue dichiarazioni su Obama dovrebbero come minimo costargli la carriera politica, ma che ci vuoi fare, è Gasparri, ormai non si prende più sul serio nemmeno lui, e viene da lasciar perdere la cosa (fermo restando che spero vivamente perda il posto, o che quantomeno noi si abbia degli eccellenti diplomatici, non Frattini per intenderci, che facciano capire la cosa agli americani).

Nei ritagli di tempo Maurizio "instancabile" Gasparri è anche presidente dell'associazione "Italia Protagonista", che tiene fede al suo nome ridicolo (che personalmente mi ricorda i venditori di cocco sulla spiaggia, o perlomeno da me vendono cocco gridando "Cocco bello! cocco fresco! compra cocco, e sarai protagonista!") amplificando a livello associativo la ridicola attività di Gasparri: il niente di cui sopra. Capita così che in un paio di anni scarsi di attività l'associazione abbia partecipato ad appena 9 eventi (di cui 3 della serie: "Sfida al '68"), accumunati praticamente solo dalla presenza dell'associazione e dalla vena destrorsa e approssimativa che li caratterizzava. Gli obiettivi fumosi dell'associazione sarebbero più o meno l'organizzare una piattaforma di dialogo che raccolga tutti quelli che non si riconoscono nel centrosinistra e qualcos'altro del genere, più realisticamente ne è uscita una versione multipla di Gasparri che un poco fa' paura, ma più che altro pena.

Tra le tante attività di Gasparri, una delle sue preferite è senza dubbio la frequentazione dei numerosi salotti televisivi. Non passa serata che non sia da Vespa, Floris o simili, e se ci pensate è davvero inspiegabile, perchè se della sua acutezza e preparazione abbiamo già detto, della sua fotogenicità si hanno giustamente remore a parlare. Potrebbe fungere da "brutto di confronto", antica tattica venatoria che giovini d'ogni nazione adottano con scarsi risultati, oppure aver qualche inspiegabile ascendente sulle casalinghe di Voghera (che, si sa, tiranneggiano l'audience), sta di fatto che se anche non è tra i politici più amati dagli italiani sicuramente è tra i più conosciuti.Si comprende la sfiducia diffusa che gli stessi italiani hanno verso i politici, ora?

In chiusura, un'ultima e irrinunciabile citazione:

"L'opposizione in democrazia è essenziale. La strumentalizzazione dei bambini dimostra invece la natura criminogena dell'opera di falsificazione in atto. Veltroni e Di Pietro non prendono le distanze dai loro manovali, i cui figli vengono intossicati da cattivi genitori dal cervello bruciato dalla droga e dalle bugie dei capi della sinistra. (citato ne Il Messaggero, 18 ottobre 2008)"

05/11/08

e adesso il Papa nero

Lo so, mi sono già dichiarato scettico su alcuni aspetti dell'obamismo, però sono contento lo stesso della sua elezione e non solo perchè non c'era niente di meglio. Forse non è il presidente perfetto, e forse è poco o niente distante dalle posizioni di un establishment democratico tradizionalmente poco "rivoluzionario", al di là delle parole, ma questo famoso cambiamento potrà avvenire lo stesso. O perlomeno ci spero.

Ci spero perchè se gli americani, da sempre sensibili soprattutto al messaggio lanciato più che al contenuto che ci sta dietro, vogliono così fortemente il cambiamento...

Ci spero perchè se questa volta gli americani votanti (e quindi attenti e interessati in politica) sono davvero così tanti e variegati...

Ci spero perchè se chi ha vinto deve parecchio a un mondo, quello di internet, fatto di informazione libera e incontrollata, grandi mobilitazioni di persone qualunque e velocità di accesso ai dati e di diffusione di idee (anche critiche)...

...ecco, se tutto questo è vero allora forse è la volta buona, e il popolo votante più influente del mondo sarà finalmente chiamato a "darsi una governata", tutto assieme e per davvero, questa volta.

Yes, we can (hope it).

03/11/08

Il conto, prego

Mi hanno insegnato da piccolo che se ti propongono qualcosa gratis, devi telefonare ai carabinieri (Umberto Eco, "Secondo Diario Minimo")

Non sono certo della stessa generazione di Eco tuttavia, forse perchè entrambi apparteniamo a una popolazione (lui la piemontese e io la trentina) tradizionalmente diffidente e con i piedi per terra, anch'io come lui diffido di chi fa grandi promesse senza presentare il conto. Intendiamoci, preferisco Obama a quel pazzoide di McCain (e alla sua impresentabile candidata vicepresindente), del quale temo sia la politica estera che intende fare che più generalmente la condotta politica che, imprevedibile com'è, finirebbe per tenere; però vorrei qualcosa più di un'icona a capo del mondo. Probabilmente qualcuno si aspetta un pezzo lungo e dettagliato sulle elezioni americane, ma per una volta credo che passerò la palla degli esperti ad altri blogger più americofili e mi limiterò a qualche impressione personale.

Non che mi sia tenuto aggiornatissimo come tanti altri, ma tutto quello che ho trovato su obama sfoglicchiando le sue numerose biografie, parabiografe e interviste è un incarnazione più o meno artefatta del sogno americano. Capisco che uno dei problemi dei democratici (e forse della sinistra in generale, in Italia di sicuro) è l'aver perso la capacità di parlare con un elettorato che di fronte a una spiegazione un po' dettagliata si spaventa e "grida all'intellettualoide" o nel migliore dei casi sbadiglia. Capisco anche che costruire un immaginario per i propri elettori è uno dei fondamenti del fare politica. Ma è davvero tutto qui? ci si può ridurre all'immaginario? Ecco, io credo che non si dovrebbe rinunciare del tutto alle spiegazioni e alle dichiarazioni di intenzioni, al massimo semplificarle (è possibile, davvero). Soprattutto nell'era in cui il divario tra gli informati e i malinformati è enorme, poichè da un lato internet permette di informarsi in maniera approfondita e soprattutto incontrollata, dall'altro si va parallelamente diffondendo un culto del disinteresse che ha del pericoloso. Insomma, ci sono due elettorati da soddisfare (e questo, se forse vale più a sinistra, è e sarà sempre maggiore anche a destra), uno dei quali chiede immagini sbrigative ed efficaci e l'altro chiarezza, coerenza e conoscenza dei progetti per cui vota; come conciliare questi due elettorati è forse la grande sfida del secolo appena cominciato, e sinceramente spero di non doverci mai metere le mani.

Il motivo per cui preferisco ancora Obama a McCain, nonostante tutto, è che come ho scritto tempo fa deve fare i conti con un elettorato giovane e informato, oltre al tradizionale elettorato che "prende in eredità" dal partito. Obama è stato anche il candidato di una certa maniera di vivere la Rete, e questo mi fa ben sperare. Mi fa sperare anche che i miei timori sulle sue intenzioni siano già stato fugati da torme di solerti internauti americani, d'altronde. Ad ogni modo prenderò come una buona notizia la sua eventuale elezione, una buona notizia di cui c'è un certo bisogno in questo sporco mondo, ultimamente.

Chiudo con la spiegazione del titolo e dell'ex ergo, spiegazione che è più che altro una mia fantasia ricorrente. In politica, e mi rendo conto che sarebbe una mossa suicida, mi piacerebbe che qualcuno osasse parlare anche dei sacrifici che si dovranno fare, ma non genericamente e dando la colpa a schemi generali, bensì chiarendo che a certi comportamenti corrispondono certe conseguenze. Per rimanere a Obama, mi piacerebbe che dicesse una cosa del tipo: "si, possiamo cambiare il mondo e portarlo in un'epoca di pace, ma per farlo dobbiamo, noi americani, smettere di vivere come stiamo vivendo ormai da decenni. Siete pronti a questo sacrificio? perchè è quello che vi chiederò se mi voterete, ed è quello che si deve fare se davvero si vuole un mondo nuovo". Questo sarebbe sì suicida, ma finalmente chiaro, e se c'è una cosa di cui ha bisogno il mondo di questi tempi è la chiarezza, credo.