19/08/08

L'insostenibile leggerezza di un pallone gonfiato

Sorpresa sorpresa: L'Italia sta andando male all'olimpiade di Pechino e, checchè ne dica Petrucci, non si può dare la colpa alla Cina versione cannibale che stiamo ammirando (nota bene: ammirando, si parla solo di sport ovviamente) in questi giorni. E' vero, anche Francia e Spagna sono messe male, e allora? sta di fatto che abbiamo meno medaglie (soprattutto d'oro) di quelle che ci aspettavamo, e non sono stati certo i cinesi a scipparcele. Tanto per elencarne qualcuna:

Igor Cassina: oro ad Atene e quarto oggi. Forse gli si poteva dare il podio, ma ha fatto vistosi errori nonostante un anno intero dedicato alle olimpiadi, e nonostante fosse osannato come certo vincitore. Davanti a lui un solo cinese, peraltro con una prestazione buona, ma battibile.

Aldo Montano: oro ad Atene, uscito agli ottavi con una brutta prestazione. Si è parzialmente riscattato col bronzo. Negli ultimi anni si è parlato di lui soprattutto per la storia con Manuela Arcuri, in pratica è diventato una piccola star (se non sbaglio è andato anche a un reality show). Davanti a lui, mi pare, nessun cinese.

Federica Pellegrini: da lei si aspettavano due ori e ne è arrivato solo uno. Sapete com'è andato perso quell'oro? Federica, credendosi imbattibile dopo mesi di celebrazioni, ha tirato dalla prima vasca, e nei 400 questi errori si pagano. Davanti a lei nessuna cinese.

Andrew Howe: presunto astro nascente del salto in lungo a livello mondiale, non si è qualificato per la finale olimpica. Negli ultimi mesi è stato celebrato come uno dei grandi atleti azzurri del futuro, guadagnandosi parecchie copertine. Davanti a lui nessun cinese.

E queste sono solo 4 delle medaglie d'oro perse, ad andare avanti se ne scoverebbero probabilmente altre, ma queste bastano per far risaltare l'immancabile (quando si parla di flop sportivi italiani) denominatore comune. Come fa Petrucci a non vederlo? il punto è che l'Italia esprime rarissimamente degli atleti eccezionali (alla Bolt o alla Phelps, per intenderci), e questo un po' perchè siamo un piccolo staterello da 60 milioni di persone, un po' perchè i privati investono praticamente solo nel calcio (e tralaltro in club infarciti sin dalla primavera da giocatori stranieri), e le briciole delle briciole sono quel poco di cui si devono accontentare gli altri sport. Il motivo per cui siamo irragionevolmente ben piazzati nel medagliere olimpico di tutti i tempi è che nonostante tutte le difficoltà nelle quali annaspa lo sport italiano c'è davvero tanta, tanta gente animata da una grande passione, disposta a sacrifici incredibili per allenare i nostri sporadici campioni. E ovviamente ci sono tanti ragazzi per i quali lo sport diventa una ragione di vita, capaci di trasformare giorni, mesi e anni di attrezzature scadenti e trasferte autopagate in prestazioni impensabili. Come per la nazione di calcio: non abbiamo grandi campioni, ma onesti pallonari che ogni tanto si ricordano che per vincere si deve sgobbare, e solo allora salgono sulla vetta del mondo.

Salvo che il meccanismo, poi, si rompe spesso, perlomeno in questi ultimi anni. E qui veniamo a quel denominatore comune di cui sopra, e si capisce anche perchè il fenomeno si è acuito in quest'ultimo quindicennio: quando uno dei nostri ragazzi diventa un Grande sulla scena mondiale scatta un meccanismo di inglobazione nel mondo dell'informazione spettacolo, che di fatto lo trasforma in una mezza calzetta. Dite che non c'è una relazione tra la conferma, per dire, della Vezzali e la sua totale assenza dalla scena mediatica? io ce la vedo eccome, invece. Questi atleti vengono considerati niente più che macchine da medaglia, dotati di una spessa membrana che isola la loro testa rincoglionita dalla vita sul palcoscenico dal corpo che deve produrre nuovi successi, capite anche voi perchè nel migliore dei casi stentano a riconfermarsi.

Ma Petrucci? Petrucci è il primo responsabile di questo ciclico scempio, essendo di scena al Coni dal '99. Lui per primo non ha mai tutelato un singolo atleta, nè si è mai sforzato di convincere uno di questi ragazzi a dedicarsi a quella passione che sola li ha portati, da atleti al massimo discreti, a livello mondiale. Sempre lui non ha mai fatto niente per promuovere altri sport a scapito del calcio, gallina dalle uova d'oro di troppi affaristi. E la cattiva notizia è che, nonostante tutto, è per il modo italiano di trattare lo sport l'uomo giusto al posto giusto.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono d’accordo con te che la Cina “cannibale” di Petrucci sia solo un alibi per risultati deludenti.
Io non so però se il problema per tornare a vincere sia quello di ritrovare la passione a scapito dell’affarismo (i medagliati la prima cosa che hanno fatto è chiedere di detassare i loro guadagni…). E’ che in Italia i campioni sembrano sempre più fiori nel deserto che non l’espressione di una scuola, una scuola che sia in grado di preparare buoni atleti, tra i quali sperare che ci sia il campione. Forse l’unica rimasta è quella della scherma, ma per il resto è buio pesto. Che fine ha fatto la scuola del fondo italiano? E della marcia? Quest’anno l’Italia rischia di non avere nemmeno una medaglia dall’atletica. E il canottaggio? Un solo misero secondo posto… E il pugilato? Ho visto Russo, un buon pugile che si giocherà le semifinali, ma alla sua età (26 anni) quelli bravi sono già professionisti da un pezzo, non ancora dilettanti alle Olimpiadi!

WildBilly ha detto...

appunto, quindi o si pompano soldi nelle scuole (ma non ci sono o non si vogliono levare al calcio) o si cerca di tutelare quel poco che esce di buono dal nostro paese :P

Anonimo ha detto...

mio