01/05/08

Leghisti for dummies (=dummies al quadrato)


In fondo io i leghisti li conosco (peraltro conosco anche i ciellini, quando sarà tempo ne parlerò...sono una specie di cavia consapevole, conosco un sacco di categorie umane di dubbio gusto), non fosse altro perchè mio padre vota Lega Nord e stava pure in una sezione locale tempo fa, pensate un po'. Per fortuna mi salva la madre comunista. Si fa per dire.

Dicevo, li conosco, e non sono sicuro che chi ci abita lontano e sente solo le sparate (rigorosamente a salve) dei vari capobranco possa rendersi conto davvero. Non è una specie di missione la mia, e dubito che possa essere considerato poco più di un divertissement, ma forse può aiutarvi a capire, cari i miei teròni :) .



(atmosfera tragicoseria, prego notare l'espressione)

Ripetevo tra me e me in questi giorni post-elettorali che avrei dovuto scriverne, ma non riuscivo a trovare una chiave di lettura del fenomeno-Lega che mi permettesse di spiegarlo a chi non è del Nord (preciso che sono dell'ancora relativamente non troppo barbaro Trentino), non è facile, davvero. E' come spiegare una battuta di Andrea Castelli (il comico trentino, non il comico leghista) a un lombardo, o spiegare questa frase, in generale. Ad ogni modo, l'illuminazione mi è finalmente giunta dopo la lettura di un divertente post di Leonardo, blogger che scopro in ritardo, dove il leghista viene sommariamente (ma efficacemente) tradotto come un apologo della sfigaggine, un cultore della cialtroneria, un estensore del Bar-pensiero alla sfera politica e sociale. E c'è da dire che per buona parte ci prende, anche se dimentica l'elemento essenziale: il leghista non ha tempo.

Forse perchè il tempo è denaro, e il denaro è ciò che importa davvero a un leghista...o voi ci credete davvero alla secessione? davvero, quelli vogliono solo tenersi "i danèè" che Roma Ladrona, difatti non Tiranna, gli ruba (a sentir loro). Voglio dire, se credessero davvero di potersi scindere dall'Italia, metterebbero Bossi, Castelli, Maroni e Calderoli a guidare le truppe? ma quelli lì al massimo ti portano in birreria. La verità sul consenso ai capibranco leghisti è molto più profonda e, credo, raffinata...ha qualcosa di antropologico.

Il leghista è quella persona che non si interessa di politica, ma non tanto perchè "la politica l'è na roba spurca", o meglio, anche, ma soprattutto perchè si scoccia. È noioso! Si devono leggere un sacco di libri, e quando uno lavora non ha tempo di leggere. Per fortuna che la televisione velocizza il processo, no? no. Davvero, questa cosa non l'ho mai davvero capita, soprattutto ora che per tirare fuori qualcosa da un programma di approfondimento in televisione (ammesso che ne valga la pena) si devono vedere almeno 10 puntate e avere un discreto culo. Si fa molto prima leggendo qualche giornale serio, cercando un po' su internet e magari ripassando qualche libro di Storia, no? no, pare che il leghista medio (e qui il discorso purtroppo non tocca solo lui) abbia dei problemi a usare il suo tempo per leggere. Ed è per questo che continua a credere a personaggi che finora hanno fatto poco più che parlare, peraltro proponendo soluzioni sbrigative quando non palesemente miopi a problemi che il leghista si dimentica essere tipici dell'Italia intera, e non solo del loro bel Nord.

Non voglio sostenere però che il leghista sia inevitabilmente anti-culturale, anzi, la "tragedia" è che semmai un certo tipo di pensare che solitamente sfocia nel leghismo si sta lentamente diffondendo ovunque, persino in ambienti insospettabili come le università (e parlo degli studenti). Difatti quello che c'è da capire del leghista è che, legata a doppio filo con la "mancanza di tempo", c'è una spaventosa (per me) mancanza di curiosità. In un certo senso spiega la stessa mancanza di tempo, più presunta che vera, e permette di capire anche altri fenomeni correlati strettamente al leghismo. Il leghista sta bene a casa sua, e li vuole restare. Per questo ha più fastidio che paura del diverso, e vorrebbe che tutto il mondo (quantomeno quello più prossimo) somigliasse a casa sua. Di dare un'occhiata all'arredamento delle altre case per vedere se c'è qualcosa di carino da copiare per il proprio salotto, nemmeno a pensarci.

Leggevo stamattina sul Manifesto (quello di ieri) che sia per gli italiani che per gli immigrati il problema principale dovuto all'immigrazione è quello religioso. Gli italiani si sentono minacciati dall'Islam (solo il 17% crede che possano esserci delle cellule terroristiche, il 55% ce l'ha con l'immigrazione islamica e con la sua "insofferenza verso il cattolicesimo"), gli immigrati avvertono il maggiore disagio proprio nelle (quasi assenti) possibilità di esprimere la propria fede. Ora, non vi sembra che si stia esagerando? quante persone di quel 55% non hanno nemmeno la vaga idea di cosa pensino gli islamici a riguardo? quanti non hanno nemmeno mai parlato con un islamico? ma soprattutto, quanti hanno un'idea precisa di cosa siano queste famose radici cristiane?

Non voglio affermare che non esista un "problema" (nel senso, una situazione che ha bisogno di essere affrontata), ma quella leghista è una non-soluzione, è non voler nemmeno dare un'occhiata al problema per preferire invece di nasconderlo alla vista o, possibilmente, sradicarlo. Come se si potesse fare.

E lo stesso si può applicare a tutta la gamma (peraltro abbastanza ristretta) di situazioni in cui la lega vuol far sentire la sua roca voce. La Cina è un colosso mondiale dell'economia? dazi! Il Sud è da sessantanni che ha grossi problemi a uscire da un pantano fatto di mafie, clientele, bassa occupazione? secessione! Il Nord paga più tasse del Sud e produce di più? federalismo fiscale! e via semplificando. Così il leghista tipico, sedutosi sulla poltrona al ritorno da una lunga giornata di lavoro, può sentirsi sicuro: c'è qualcuno che lotta per lui, e non gli chiede nemmeno di sbattersi troppo.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

In effetti hai saputo perfettamente centtare alcune delle caratteristiche dell'uomo italico, del nord, ancor prima che leghista. La mancanza di senso civico e di unità continua ad essere, per me, il nodo centrale del problema italiano...

Anonimo ha detto...

Sante parole, caro goodfellow d'ischierda... e c'è anche da dire che questa tendenza a votarsi il compagnone di barsport, che parla come mangia, che ci ha il cazzo duro, almeno dice di averlo, è tanto importante e definitiva, che chi li vota non si rende conto che costoro, se avessero in mano il governo della Padania, così, tutti vicini vicini, stretti stretti, chissà quanti dané gli fregherebbero, ma molti molti di più di quelli che riescono a ciulare da Roma...

Anonimo ha detto...

Che bello questo corso per leghisti! Brevettalo e facci soldi!

un saluto