30/05/08

Prove tecniche di transizione

Ma come, direte voi, non si era ormai capito che in questi due anni di centrosinistra il problema dell'informazione era stato trattato in maniera analoga a quinquennio Berlusconi? non è stato forse Mastella a proporre di mettere la mordacchia alle intercettazioni? non è stato forse ignorato il conflitto d'interessi? non è stata forse ignorata l'illegalità di rete4?

Tutto vero, difatti questo post non è sulle misure politiche in materia d'informazione (lo vedete anche dal collage che costituisce l'immagine del giorno), bensì su quello che mi sembra un sensibilmente mutato Zeitgeist. Intendiamoci, nessuno ha ancora operato una vera e propria censura, ma alcune vicende dell'ultimo mese mi sembra stiano dando il polso di un paese in cui la malattia terminale è sempre più vicina. Senza tenere conto delle prime furberie di Berlusconi in materia, che non sembra esaudire le speranze di Veltroni ("chi l'avrebbe mai detto?" "io").

Tutto è cominciato col V day seconda edizione, ma ce lo si aspettava in fondo che stampa e televisione facessero gli gnorri fino al giorno dopo e si scatenassero in seguito con violenza decisamente fuori luogo, soprattutto perchè questo V day aveva come tema principale il sistema dell'informazione che (un po' grossolanamente ma tutto sommato condivisibilmente) Grillo voleva (e vuole) scardinare. Ecco, forse prendersela con Santoro, reo di aver dato spazio alle invettive grilline in una puntata di Anno Zero, è sembrato "stroppiare", ma tutto sommato si poteva derubricare come anticorpi interni al sistema dell'informazione. E poi sembrava decisamente troppo presto perchè fosse già scattato quel meccanismo ormai oliato per cui gli ordini del padrone non si eseguono ma si prevedono.

Tuttavia il bilancio del mese che ha seguito questo episodio non fa niente per smentire quella sensazione, a partire dall'inspiegabile mezza rivoluzione interna a rai 3 che farà slittare Primo Piano in terza serata, sostituito dalla pur ottima Dandini con un programma completamente diverso. Giustificazione della decisione? "A quell'ora c'è già Porta a Porta", che non si capisce se sia un'ammissione di servilità o una dimostrazione di incompetenza: chi vuole vedere un po' di approfondimento resterà sveglio fino a mezzanotte per veder cominciare il tuo programma o si vedrà prima Vespa? è un avversario così temibile Vespa?.

L'ultimo episodio ieri sera: Anno Zero spostato a oggi (avevano avvisato prima? se si me l'ero perso) per fare spazio a uno speciale su Vasco Rossi (poco più di una serie di clip e interviste, pare) con la scusa che in contemporanea stava dando un concerto da qualche parte. Il buon vecchio Vasco... ma che vuoi fare, metterti contro Vasco? è una battaglia persa in partenza, e in fondo non mi sta nemmeno antipatico, Vasco. Solo, non avrei spostato a cazzo un programma molto seguito per fargli spazio (e per inciso non avrei sprecato nemmeno tutti quei servizi di telegiornale odierni). Senza contare che programmi come quello di Santoro vivono sull'essere un appuntamento fisso della settimana, e buona parte dei telespettatori di ieri sera oggi si dimenticheranno o preferiranno vedere l'appuntamento del venerdì (a proposito, che c'è stasera?). Ora, non vorrei fare il malizioso, ma il tema della puntata di oggi sarà il film di Paolo Sorrentino: "Il Divo". Si, proprio quello su Andreotti, bravi. Esatto, Andreotti.

Ora, non voglio dire che Anno Zero e Primo Piano siano delle piccole isole felici da salvaguardare nel mare di letame dell'informazione italiana, quello che voglio dire è che rappresentano un modo di fare informazione che in Italia sta scomparendo (parlo soprattutto per Anno Zero, Primo Piano non l'ho mai seguito troppo). Così come Travaglio è un tipo di giornalista di cui in Italia c'è bisogno ma non richiesta, ed è un dannato problema (a prescindere da Travaglio, che può anche non piacere per come interpreta questo tipo di giornalista).

Quello che voglio dire è che non è tanto una questione di persone epurate, ma di preoccupanti scelte di impostazione da parte del giornalismo italiano, confermate sul versante mediaset dall'affermarsi di personaggi come Del Debbio e Pamparana (nella sua recentissima versione di indignato speciale). Gente che fa dell'approssimatezza delle notizie, dell'arbitrarietà delle conclusioni, della messa in primo piano di notizie "civetta" la propria deontologia professionale. Giornalisti che si fanno dettare l'agenda di lavoro dai propri referenti politici, che interpretano il raccontare la realtà come un costruire la realtà alla maniera prescelta dai propri capi.

Quanto tempo resisterà la Rai prima di recuperare le reti mediaset sul terreno coltivato a oppio dell'informazione diversamente interessante? aveva già cominciato da tempo, ora sta accelerando. E per accelerare si devono lasciare per strada tutte le zavorre.

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