12/10/08

Contro quale Natura?

Tormentone tra i tormentoni, la condanna di "innaturalità" è da sempre (o perlomeno da che io ricordi) una delle più efficaci armi d'offesa nel dibattito pubblico. Chissà poi perchè, in fondo non c'è in giro molta gente così determinata a tornare nel proprio Eden ideale. È probabile che, più o meno consciamente, la Natura tirata in ballo sia in effetti una costruzione narrativa, mitologica, una maniera per raccontarsela ed evitare di affrontare direttamente ciò che sfugge alla propria manichea versione del mondo, a ciò che è ambiguo e in quanto ambiguo da sempre tabù.

Il motivo della tirata di qua sopra è che dal 7 ottobre 2008 al 7 gennaio 2009 Genova (dove peraltro si terrà il Gay Pride 2009) ospiterà la mostra "Against Nature", dove prevalentemente per mezzo di cartelloni esplicativi (ma si sa mai che si riesca a vedere anche qualche filmato, cari lettori zoofili) verrà trattato in maniera decisamente esaustiva il tema dell'omosessualità nel mondo animale.

"Dalla pletora di casi portati si deduce che l’atto sessuale negli animali sociali esuli dalla mera riproduzione e sia piuttosto praticato per trarne piacere. Più gli animali sono sociali più questi presentano varietà di comportamenti sessuali, di cui l’omosessualità è il più diffuso. La causa dell’omosessualità, probabilmente, non è univoca e può risiedere sia in componenti genetiche che ambientali. In entrambi i casi si tratterebbe di processi che avverrebbero normalmente in natura." (dal già linkato articolo di Pikaia)

Ricordo che quando ero alle scuole medie un amico mi disse che di tutti gli animali apprezzava soprattutto umani e delfini, poichè unici a godersi l'amplesso (non conosceva la famosa storiella sui maiali, pare), a quanto sembra sbagliava per difetto se i casi documentati di "specie omosessuali" (e che quindi praticano il sesso anche al di fuori di logiche riproduttive), in continuo aumento, sono oltre 1500.

Ora, appurato che l'omosessualità non è "contro natura" nel senso più letterale del termine (ovvero: prodotto di una o più culture umane, in questo caso "deviate"), sono andato in cerca delle critiche di routine che eventi come questi suscitano per trovare eventuali altre fandonie da sfatare. Ho scoperto, con mia sorpresa, solo questo articolo dell'Occidentale che porta tuttavia avanti le sue argomentazioni in una maniera interessante, vediamo:

è il termine ‘natura’ che viene equivocato dai nemici-di-tutti-i-pregiudizi. Per il giusnaturalismo classico, natura non è tutto ciò che è oggetto di esperienza [...] ma ogni vita che si svolge nel segno della conservazione della specie e che, pertanto, adempie tanto meglio al suo fine quanto più cresce sana e gagliarda. Il problema non sta nel registrare quel che c’è ma nello stabilire se quel che c’è è sano o patologico.[...]Il vero contenzioso tra modernisti e tradizionalisti sta in ciò che per i primi la distinzione tra il normale e il patologico è molto problematica se non arbitraria mentre per i secondi vi è una ‘recta ratio’ iscritta ‘in rerum natura’ che consente di affermare che certi prodotti sono ben conformati mentre altri presentano evidenti difetti. Entrambe le posizioni stanno nel regno dei ‘giudizi di valore’ e, pertanto, non possono esibire il lasciapassare della scienza.[...] basta, però, che non si pretenda di imporre a tutti le stesse ‘concezioni del mondo’( o meglio le stesse ‘filosofie della natura’) attraverso una mirata riforma morale e intellettuale dell’insegnamento e, quel che è peggio, di farlo in nome della Scienza

L'argomentazione è più sottile di quella che mi aspettavo (già, non mi aspettavo granchè) ma come al solito in questi casi denota un'ignoranza di fondo, o perlomeno una cattiva fede sottesa (se non entrambe). Innanzitutto non coglie l'importanza di documentare l'incredibile diffusione di una pratica che prima si credeva, al di fuori del genere Homo e dei bonobo, quantomeno episodica (perlomeno per quanto riguarda l'opinione pubblica, e di una mostra stiamo parlando): se un comportamento del genere è così diffuso è probabile, difatti, che banalmente "serva" a qualcosa. È questo a smontare l'argomentazione di Cofrancesco (il giornalista dell'"Occidentale"), perchè proprio questa diffusione esclude la possibilità che l'omosessualità sia un comportamento patologico e la pone nel novero delle strategie disponibili per l'organizzazione della vita animale. Se volete è un po' lo stesso motivo (qui però potrei attirarmi le antipatie anche di qualche scienziato più dawkinsiano di me) per cui la ricerca sulle supposte cause dell'omosessualità brancola tanto nel buio: non si tratta tanto di un'eccezione alla norma, quanto di una delle carte che si possono pescare nel mazzo, e pertanto è probabilmente correlata biologicamente solo a fattori di "preferenza" (che sono stati più o meno individuati a più riprese), un po' come la passione per le bionde e statuarie nordiche o per le focose e tascabili latine.

Certo, se fosse scelta dalla totalità di una specie questa non supererebbe la prima generazione, ma questo ha importanza? In qualche maniera il comportamento omosessuale si protrae presumibilmente da sempre in un numero vertiginoso di specie, questo dovrebbe bastare ad assicurargli la patente di comportamento non-patologico e probabilmente utile (ad esempio ad assicurare cure parentali aggiuntive in un eventuale threesome animalesco, tanto per fare un esempio fantasioso). Questa è semmai l'unica "recta ratio inscritta in rerum natura" tanto sbandierata da Cofrancesco: la conservazione della specie va oltre la semplice equazione xx+xy=andate, moltiplicatevi e morta lì.

Per chiudere (sperando di continuare nei commenti come nel pezzo su Darwin), vorrei far presente quanto poco sopporti chiose conclusive come quella di Cofrancesco. Chi impone ad altri le proprie concezioni del mondo è proprio quella schiera di "naturalisti fai-da-te", che nel nome della propria libertà limitano quella altrui, arrogandosi il diritto di decidere cosa sia giusto e insegnabile e cosa sia sbagliato e perlomeno da nascondere, visto che per generosa concessione hanno smesso (a parole) di vietare e perseguitare.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

forse la ratio è evitare che individui non adatti a procreare una successione adeguatamente attratta dall'altro sesso, evitino prorpio di riprodursi purificando così la specie.

WildBilly ha detto...

best nazicomment 2008 aggiudicato! :D

mi permetto la facezia perchè ho anche troppo buon gioco nel farti notare che se il tuo meccanismo funzionasse l'omosessualità non esisterebbe di già

NoirPink - Modello PANDEMONIUM ha detto...

Come spiegare la concezione dell'omosessualità come "contro-natura"?
Dal punto di vista scientifico è impossibile: sarebbe come voler dimostrare l'innaturalità dei capelli rossi, della muffa o dell'aurora boreale...

Dal punto di vista filosofico, la strada che si percorre è un'altra ed è una strada che poco ha a che fare con la natura scientificamente intesa.
Prendendo spunto da Bruno, da Spinoza e da altri filosofi del Cinque-Seicento, alcuni (in particolare ecclesiasti) sostengono che esisterebbe sia una "natura naturans" che una "natura naturata".
Quella che vediamo noi sarebbe la "natura naturata", il frutto imperfetto del perfetto piano divino. La natura prevista da Dio, il piano originario perfetto, è la natura naturans.
Insomma, come per una torta: la natura naturans sarebbe la ricetta perfetta, la natura naturata sarebbe la torta fatta seguendo la ricetta ma bruciacchiandola un po'. La differenza, ovviamente, si deve alla famosa mela di Adamo ed Eva (letteralmente o teologicamente interpretata), il cui torsolo deve essere stato smangiucchiato da migliaia di altre specie animali, evidentemente...

Da questo punto di vista, si potrebbe dire che l'omosessualità (come l'omicidio, la masturbazione, il gioco d'azzardo, ecc.) sia presente nella imperfetta natura naturata, ma non sia prevista nella perfetta natura naturans, e quindi sia contro-natura e contro-Dio.
Si noti che in questo modo si fa coincidere del tutto natura (naturans) e Dio.

Per accettare una simile concezione, dobbiamo però ammettere:
1) che Dio esiste;
2) che Dio abbia un piano teleologico;
3) che Dio non ami l'omosessualità.
Sono tutte verità di fede. Che dimostrano come si possa usare la fede per spargere odio, dolore, violenza.

Anonimo ha detto...

... e soprattutto: perché cazzo dovremmo fare tutto in vista del fine evolutivo?
Non mi vengano a dire che a qualcuno interessa la sopravvivenza della specie umana, che a malapena riesco a credere che a qualcuno interessi la sopravvivenza del proprio SUV.

Anonimo ha detto...

Io però sposterei l'accento su un'altra problematica. Io dò per scontato che la Fede (con effe maiuscola) abbia una fondatezza teologica sulla sua avversione verso l'omosessualità. Infatti la Fede non ha bisogno di basarsi su una logica empiristica o anche solo filosofica e formale. Dove non ci arriva immette la variante Dio e imperscrutabilità dello stesso e vince. Vince attraverso la creazione di un artificio come la natura naturans, ma vice anche semplicemente con la professione di Fede. Il problema da sottoporre alla Chiesa e a chi crede è, secondo me, di altra natura e li trascina fuori dal campo teologico. La questione è: se per caso Dio non esistesse e quindi dovreste spiegare il problema senza di lui, come fate ad imporre la vostra scelta a tutto il mondo? E perché? E allora che sono cazzi. Di conseguenza, non potendo imporla a rigor di logica, perché uno stato libero e laico non dovrebbe dare alcune libertà civili condivise da tutti anche agli omosessuali?

WildBilly ha detto...

già Nib, siccome si legifera "etsi Deus non daretur" l'omosessualità va vista in ottica naturale, e quindi evidentemente "normale" (oddio che brutto termine).

Che poi anche per quanto riguarda la fede, se fossi un credente comincerei a chiedermi perchè Dio dovrebbe aver "progettato" il sesso solo in un'ottica di riproduzione e poi aver permesso tante eccezioni (qui torna utile la mostra: se c'è Dio l'ha progettata lui sta cosa, non è colpa di noi umani lascivoni).

NoirPink - Modello PANDEMONIUM ha detto...

Vabbè che sei Pagano, Paguro, però...
La laicità, ci ha spiegato Razzister, è legiferare "come se Dio esistesse"! E tutti ad applaudire...
Eh sì, siamo messi male...

Comunque anche l'ultima obiezione, nella concezione cattolica, è superabile. E' vero, l'omosessualità è diffusa e Dio la "permette", ma non la "giustifica". Anche altre cose (omicidi, violenze sessuali, masturbazioni, per la Bibbia anche la creazione di abiti misto-lana, cosa esecrabile TANTO QUANTO l'omosessualità...) sono diffuse e "permesse", ma non tollerabili. L'essere umano, grazie alla mela di Eva e Adamo, può scegliere tra il bene e il male...

Il pensiero cattolico è molto complesso e in genere, anche se a volte in modo molto contorto, riesce a giustificare le proprie conclusioni.

Il vero punto debole è questo: se Dio è bontà, perché mai dovrebbe essere tanto perfido e crudele con persone che, prendendolo in culo (scusami l'espressione, ma per la Chiesa è questo il problema, non l'identità omosessuale... altra strana contorsione mentale...), masturbandosi o creando maglioni misto-lana, non fanno del male a nessuno??

WildBilly ha detto...

più che altro tenderei a dare la precedenza al mondo naturale rispetto alle scritture, come Opera Omnia di Dio :P (se fossi credente, s'intende). Finchè era solo l'uomo si poteva anche dire che fossimo dei depravati (e li l'obiezione era "ma siamo depravati innocui!"), ora per me si può fare il passo oltre e dire "non è che è come per il sole attorno alla terra e state leggendo alla lettera dove non dovreste? la Natura non sembra daccordo con voialtri". Voglio dire, mi sembra una strategia argomentativa più solida, e che ci si può permettere ad oggi data la mole di evidenze scientifiche.

NoirPink - Modello PANDEMONIUM ha detto...

Ok, ma come risponderesti all'eventuale obiezione: "Ci sono animali che praticano il cannibalismo, altri la pedofilia, tanti si uccidono tra loro... Dobbiamo accettare cannibalismo, pedofilia, omicidi e guerra?"

WildBilly ha detto...

Di fatto noi omicidi e guerra li accettiamo, nessuno si sogna di dire che siano innaturali...sono "vietati" perchè socialmente pericolosi e condannati moralmente perchè ledono i principali diritti altrui che abbiamo deciso essere inalienabili qualche decennio fa, e così è anche per la pedofilia, che di fatto è problematica solo perchè non tiene conto dell'incapacità di scelta consapevole dell'altro (io non trovo innaturale che abbia pulsioni verso i bimbi, spero abbia "l'umanità" di fermarsi).

Il cannibalismo, qualora non avvenga dopo un omicidio (e li il problema è, appunto, l'omicidio), non ho mai capito perchè dovrebbe essere vietato. Per quanto capisca chi se ne sente disgustato (è un bel tabù, quantomeno da qualche millennio a questa parte in alcune zone del mondo).