Non so bene cosa si possa aggiungere di commento a un discorso così bello, in cui c'è tutto quello che un candidato deve dire dopo aver perso limpidamente delle elezioni. Forse potrei azzardare qualche paragone con le bizze di Berlusconi e gli scimmiottamenti americofili (e un po' "spaghettici") di Veltroni, ma credo che tutto ciò sia talmente lampante da non meritare il tempo di scriverlo. Una cosa mi sento di dirla: sarà matto come un cavallo, ma io questo McCain lo stimo.
(taglio gli intermezzi in cui McCain e la folla di persone che lo ascoltano "dialogano", oltre che i pezzi di ridondanza dovuti all'essere questo un discorso e non un comunicato stampa)
Amici miei, siamo giunti alla fine di un lungo viaggio.il popolo americano si è espresso, e lo ha fatto chiaramente.
Poco fa ho avuto l'onore di telefonare al sen. Barack Obama per congratularmi con lui [...] della sua elezione a prossimo presidente della nazione che amiamo entrambi.
In un contesto così lungo e difficile come questa campagna è stata, già solo il suo successo mi impone rispetto per la sua abilità e la sua perseveranza. Ma che sia riuscito a farlo stimolando le speranze di così tanti milioni di americani che una volta credevano erroneamente di contare poco o di avere poca influenza nell'elezione di un presidente americano è qualcosa che ammiro profondamente, e mi complimento con lui per esservi riuscito. Questa è un'elezione storica, e comprendo lo speciale significato che ha per gli afroamericani e lo speciale orgoglio che devono provare questa sera. Ho sempre creduto che l'America offrisse opportunità a tutti quelli che hanno l'impegno e la voglia di coglierle. Anche il sen. Obama crede lo stesso. Ma tutti e due comprendiamo che, anche se abbiamo percorso molta strada dalle antiche ingiustizie che una volta macchiavano la reputazione della nostra nazione e negavano ad alcuni americani la piena benedizione della cittadinanza americana, la loro memoria ha ancora il potere di ferire. Un secolo fa, l'invito a cenare alla casa Bianca del presidente Theodore Roosevelt a Booker T. Washington fu considerato un oltraggio da molti. L'America, oggi, è a un mondo di distanza dalla crudele e altezzosa intollerenza di quei tempi. Non c'è migliore evidenza di ciò che l'elezione di un afroamericano alla presidenza degli Stati Uniti. Lasciamo che non ci siano ragioni ora [...] per qualsiasi americano di non riuscire ad avere a cuore la cittandinza in questa nazione, la più grande nel mondo.
Il sen. Obama ha ottenuto un grande risultato, per sè stesso e per la sua nazione. Lo applaudo per questo, e gli offro le mie condoglianze acchè la sua amata nonna non ha vissuto per vedere questo giorno. Nonostante la nostra fede ci assicuri che lei stia riposando alla presenza del suo creatore, e sia molto fiera della brava persona che ha aiutato a crescere.
Il sen. Obama e io abbiamo avuto le nostre differenze, ne abbiamo discusso, e lui ha prevalso. Non c'è dubbio che molte di queste differenze rimangono. Questi sono giorni difficili per la nostra nazione. E io questa sera gli prometto di fare tutto ciò che è in mio potere per aiutarlo a guidarci attraverso le molte sfide che dovremo affrontare. Esorto tutti gli americani [...] che mi hanno supportato di unirsi a me non soltanto nel congratularsi con lui, ma nell'offrire al nostro nuovo presidente la nostra buona volontà e i più sinceri sforzi nel trovare le strade per trovare i compromessi a colmare le nostre differenze e aiutare a ricostruire la nostra prosperità, difendere la nostra sicurezza in un mondo pericooso, e lasciare ai nostri figli e nipoti una nazione migliore e più forte di quella che abbiamo ereditato. Quali che siano le nostre differenze, noi siamo compagni americani. E credetemi, vi prego, quando dico che nessuna associazione ha significato di più per me.
E' naturale [...] questa sera, provare un po' di delusione. Ma domani noi dobbiamo superarla e lavorare assieme per far muovere nuovamente il nostro paese. Abbiamo combattuto [...] quando duramente abbiamo potuto. E anche se ci sentiamo giù, il fallimento è mio, non vostro.
[...] Sono così grato a tutti voi per il grande onore del vostro sostegno, e per tutto quello che avete fatto per me. Avrei voluto che la conclusione fosse stata differente, amici miei. [...] La strada è stata difficile sin dall'inizio, ma il vostro sostegno e la vostra amicizia non è mai venuta meno. Non so esprimere sufficentemente bene quando profondamente io sia indebitato con voi.
Sono particolarmente grato a mia moglie, Cindy, a mio figlio, alla mia cara madre [...] e a tutta la mia famiglia, e a tutti i molti cari e vecchi amici che sono stati al mio fianco attraverso i numerosi alti e bassi di questa lunga campagna. Sono sempre stato un uomo fortunato, e mai così tanto come per l'amore e l'incoraggiamento che mi avete dato. Sapete, le campagne sono spesso più dure per la famiglia di un candidato che per il candidato, e questo ed è stato così in questa campagna. Tutto quello che posso offrire in cambio è il mio amore e la mia gratitudine, e la promessa di molti sereni anni in futuro.
Sono anche [...], ovviamente, molto grato al gov. Sarah Palin, una delle migliori candidate che ho mai visto [...] e una nuova e pesante voce del nostro partito riguardo le riforme e i principi che sono sempre stati la nostra forza più grande... a suo marito, Todd, e ai suoi cinque bellissimi bambini...per la loro instancabile dedizione alla nostra causa, e per il coraggio e la grazia che hanno mostrato nella durezza e nel caos di una campagna elettorale. Possiamo guardare avanti con grande interessa al suo futuro servizio all'Alaska, al partito Repubblicano e al nostro Paese.
A tutti i miei compagni di campagna, da Rick Davis, Steve Schmidt e Mark Salter a ogni ultimo volontario che ha combattuto così duramente e validamente, mese dopo mese, in quella che in alcuni momenti è sembrata la più combattuta campagna elettorale dei tempi moderni, davvero tante grazie. Un'elezione persa non significherà mai, per me, più del privilegio della vostra fede e della vostra amicizia.
Non so [...] cos'altro avremmo potuto fare per cercare di vincere questa elezione. Lascio decidere ad altri. Ogni candidato compie degli errori, e sono sicuro di averne fatto la mia parte. Ma non spenderò un solo momento futuro a rimpiangere quello che sarebbe potuto essere. Questa campagna è stata e rimarrà il grande onore della mia vita, e il mio cuore è pieno solo della gratitudine, per l'esperienza e perchè il popolo americano mi ha ascoltato con imparzialità prima di decidere che il sen. Obama e il mio vecchio amico sen. Joe Biden avrebbero dovuto avere l'onore di guidarci per i prossimi quattro anni.
[...] Non sarei [...] un americano degno di questo nome se rimpiangessi un destina che mi ha concesso lo straordinario privilegio di servire questo Paese per un quarto di secolo. Oggi ero candidato per il più grande incarico nel Paese che amo così tanto. E questa sera, io rimango suo servo. Questa è una benedizione sufficente per chiunque, e io ringrazio il popolo dell'Arizona per questo.
[...]Questa sera [...], più di ogni altra notte, ho nel mio cuore nient'altro che l'amore per questo Paese e per tutti i suoi cittadini, che abbiano sostenuto me o il sen. Obama. Auguro ogni fortuna all'uomo che è stato il mio avversario e che sarà il mio presidente. E Chiedo a ogni americano, come ho fatto spesso in questa campagna, di non disperare per le nostre difficoltà attuali, ma di credere, sempre, nella promessa e nella grandezza americane, perchè nulla qui è inevitabile. Gli americani non mollano mai, noi non ci arrendiamo mai.
Non ci nascondiamo mai dalla Storia, la facciamo.
Grazie a voi, e Dio vi benedica, e benedica l'America. Grazie di cuore a tutti voi.
1 commento:
Sei a pezzi, ragazzo mio, se arrivi a postare i compiti di inglese sul blog. Manda il link alla Wade, chissà che non le vengano le lacrime agli occhi anche con la versione tradotta!
Ma io so la soluzione: TORNA GINGLE! (Ora voglio proprio vedere se si riesce a piantare un casino anche sul concetto di motivetto musicale, oh!)
:)
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