30/05/08

Prove tecniche di transizione

Ma come, direte voi, non si era ormai capito che in questi due anni di centrosinistra il problema dell'informazione era stato trattato in maniera analoga a quinquennio Berlusconi? non è stato forse Mastella a proporre di mettere la mordacchia alle intercettazioni? non è stato forse ignorato il conflitto d'interessi? non è stata forse ignorata l'illegalità di rete4?

Tutto vero, difatti questo post non è sulle misure politiche in materia d'informazione (lo vedete anche dal collage che costituisce l'immagine del giorno), bensì su quello che mi sembra un sensibilmente mutato Zeitgeist. Intendiamoci, nessuno ha ancora operato una vera e propria censura, ma alcune vicende dell'ultimo mese mi sembra stiano dando il polso di un paese in cui la malattia terminale è sempre più vicina. Senza tenere conto delle prime furberie di Berlusconi in materia, che non sembra esaudire le speranze di Veltroni ("chi l'avrebbe mai detto?" "io").

Tutto è cominciato col V day seconda edizione, ma ce lo si aspettava in fondo che stampa e televisione facessero gli gnorri fino al giorno dopo e si scatenassero in seguito con violenza decisamente fuori luogo, soprattutto perchè questo V day aveva come tema principale il sistema dell'informazione che (un po' grossolanamente ma tutto sommato condivisibilmente) Grillo voleva (e vuole) scardinare. Ecco, forse prendersela con Santoro, reo di aver dato spazio alle invettive grilline in una puntata di Anno Zero, è sembrato "stroppiare", ma tutto sommato si poteva derubricare come anticorpi interni al sistema dell'informazione. E poi sembrava decisamente troppo presto perchè fosse già scattato quel meccanismo ormai oliato per cui gli ordini del padrone non si eseguono ma si prevedono.

Tuttavia il bilancio del mese che ha seguito questo episodio non fa niente per smentire quella sensazione, a partire dall'inspiegabile mezza rivoluzione interna a rai 3 che farà slittare Primo Piano in terza serata, sostituito dalla pur ottima Dandini con un programma completamente diverso. Giustificazione della decisione? "A quell'ora c'è già Porta a Porta", che non si capisce se sia un'ammissione di servilità o una dimostrazione di incompetenza: chi vuole vedere un po' di approfondimento resterà sveglio fino a mezzanotte per veder cominciare il tuo programma o si vedrà prima Vespa? è un avversario così temibile Vespa?.

L'ultimo episodio ieri sera: Anno Zero spostato a oggi (avevano avvisato prima? se si me l'ero perso) per fare spazio a uno speciale su Vasco Rossi (poco più di una serie di clip e interviste, pare) con la scusa che in contemporanea stava dando un concerto da qualche parte. Il buon vecchio Vasco... ma che vuoi fare, metterti contro Vasco? è una battaglia persa in partenza, e in fondo non mi sta nemmeno antipatico, Vasco. Solo, non avrei spostato a cazzo un programma molto seguito per fargli spazio (e per inciso non avrei sprecato nemmeno tutti quei servizi di telegiornale odierni). Senza contare che programmi come quello di Santoro vivono sull'essere un appuntamento fisso della settimana, e buona parte dei telespettatori di ieri sera oggi si dimenticheranno o preferiranno vedere l'appuntamento del venerdì (a proposito, che c'è stasera?). Ora, non vorrei fare il malizioso, ma il tema della puntata di oggi sarà il film di Paolo Sorrentino: "Il Divo". Si, proprio quello su Andreotti, bravi. Esatto, Andreotti.

Ora, non voglio dire che Anno Zero e Primo Piano siano delle piccole isole felici da salvaguardare nel mare di letame dell'informazione italiana, quello che voglio dire è che rappresentano un modo di fare informazione che in Italia sta scomparendo (parlo soprattutto per Anno Zero, Primo Piano non l'ho mai seguito troppo). Così come Travaglio è un tipo di giornalista di cui in Italia c'è bisogno ma non richiesta, ed è un dannato problema (a prescindere da Travaglio, che può anche non piacere per come interpreta questo tipo di giornalista).

Quello che voglio dire è che non è tanto una questione di persone epurate, ma di preoccupanti scelte di impostazione da parte del giornalismo italiano, confermate sul versante mediaset dall'affermarsi di personaggi come Del Debbio e Pamparana (nella sua recentissima versione di indignato speciale). Gente che fa dell'approssimatezza delle notizie, dell'arbitrarietà delle conclusioni, della messa in primo piano di notizie "civetta" la propria deontologia professionale. Giornalisti che si fanno dettare l'agenda di lavoro dai propri referenti politici, che interpretano il raccontare la realtà come un costruire la realtà alla maniera prescelta dai propri capi.

Quanto tempo resisterà la Rai prima di recuperare le reti mediaset sul terreno coltivato a oppio dell'informazione diversamente interessante? aveva già cominciato da tempo, ora sta accelerando. E per accelerare si devono lasciare per strada tutte le zavorre.

23/05/08

Testimonial di Geova, episodio 2


Design accattivante, interfaccia multilingua (fino a 314!), nessuna iscrizione richiesta...non sto parlando di un nuovo sito porno, ma bensì' (qualcuno dirà purtroppo) del sito internet dei testimoni di Geova, vero e proprio gioiellino in un web sempre più traviatore e falloinvaginacentrico.

Per chi avesse perso la propria bussola morale, o non l'avesse mai davvero trovata, ecco in un moderno e pratico formato tutte le perle di saggezza (da concedere anche ai metaforici porci nel caso dei nostri eroi, purchè siano campanellomuniti) che a scadenza più o meno regolare vengono stampate su ameni e ormai quasi introvabili giornalini (ah, la crisi delle vocazioni!). Vi mancava il numero di gennaio 2005 di "Svegliatevi!" dove si pontificava con gran sagacia sulla mancanza di spiritualità dei giovani? o quello di aprile 2003? o quello di dicembre 1998? o quello di...voglio dire, vi mancava un qualsiasi numero di "Svegliatevi" dove si pontificava sulla mancanza di spiritualità dei giovani?(in pratica tutti i numeri di questa impagabile rivista) ecco che con un po' di culo potete trovare lo stesso articolo (o uno dei tanti identici) e volendo la sede dei testimonial più vicina a casa vostra, per farvelo raccontare da chi sicuramente lo conosce a memoria.


E non finisce qui! il sito non si limita a essere un archivio di vecchi articoli (in effetti non ha una vera e propria sezione archivio), bensì un utilissimo vademecum del buon geovano o aspirante tale. Difatti, con ammirevole spirito di completezza, il sito è diviso in più sezioni: argomenti, credenze, futuro, salute; più un'appendice dedicata alle pubblicazioni a cura della chiesa di Geova (è una chiesa, no?).

Argomenti:

Apparentemente la sezione più vitale e ribollente di novità del sito, quella dove trovano spazio i temi più scottanti ed attuali, rifuggenti una catalogazione precisa come anarchici decisi a piazzare bombe morali nelle nostre coscienze. E difatti il primo della serie: "Perchè andare dal dentista?" ci sconvolge come un pugno a due mani in pieno petto che ci svegliasse durante il sonno notturno. "I dentisti possono aiutarvi a evitare il grande disagio dovuto al mal di denti o alla loro perdita. Con la vostra cooperazione cercano di combattere gli effetti della placca, una patina molle formata da batteri che aderisce ai denti" non è forse una guerra santa anche questa? Un po' di cure e zac! via la placca, segno indelebile del peccato di gola. Andando avanti con gli articoli della sezione si trovano "La Bibbia: è pratica ancora oggi?" (in realtà un classico senza tempo, strano trovarlo qui) e "Il polline: vita in polvere" del quale in realtà la redazione di paguropagano sta ancora cercando di decifrare le ragione. A chiudere la sezione due brevi saggi che pongono scomode domande all'uomo della strada: "La crudeltà finirà mai?" e "Dov'è diretto questo mondo?". Un'anticipazione riguardo a questi due pezzi: "Gesù aveva previsto tutto, gnègnègnè!"

Credenze:

Sezione decisamente più soft, mescola notizie basilari sul movimento ("I testimoni di Geova: chi sono? in cosa credono?") a gossip di bassa lega sull'idolo del momento ("Chi è Gesù Cristo?"). Nell'insieme è la sezione dei geovani più conservatori, interessati più che altro a mantenere una linea sobria, di basso profilo. In quest'ottica sembra stonare l'evidente apertura al mondo della droga nel saggio "La Bibbia può aiutarvi a provare vera gioia" dove si segnalano le librerie nelle quali è possibile acquistare la speciale edizione delle Sacre Scritture foderata in pelle di rana. Confidiamo in un errore del webmaster.

Futuro:

L'unico pezzo che sembra davvero dar ragione al nome della sezione è "Quale futuro per i senzatetto?" ma in realtà si limita più che altro a constatare il problema: "Si può sperare in una soluzione definitiva?" è difatti solo una domanda dal sapore retorico (e peraltro, per la scelta dei termini, vagamente inquietante). Il resto della sezione sembra non avere un vero e proprio criterio, tuttavia alcuni pezzi sono meritevoli di segnalazione. "Perchè conoscere Dio?" è in effetti molto persuasivo, pare difatti che regalino un set di pentole e con le prime cento telefonate aggiungono una bicicletta con cambio shimano. "La Terra: un pianeta ideale" è poco più di un depliant turistico, ma ci sono offerte interessanti per il periodo fine agosto/inizio settembre. Da ultimo "C'è speranza di pace nel nostro tempo?" spicca per la sua chiarezza, limitandosi a un monosillabo: "no".

Salute:

Vero e proprio cavallo di battaglia del fronte fondamentalista geovano, il tema della salute fa sentire tutta la sua dirompenza in saggi spietati che mirano a non fare prigionieri. Vengono analizzati gli immani pericoli che si annidano nelle trasfusioni di sangue ("Trasfusioni di sangue: sono sicure?"), vera e propria strage della nostra epoca per numero di caduti sul campo, si prospetta un futuro senza malattie grazie all'intervento divino predetto da Isaia e non, come certi scientisti vorrebbero, grazie ai progressi della medicina ("Mai più malattie!") e si analizza persino il mutare del rapporto medico/paziente durante la fase storica di transizione alla fine delle mezze stagioni ("Nei panni dei medici"). Articolo interessante quello sugli steroidi ("Cosa c'è da sapere sugli steroidi?"), che ovviamente un ragazzo dabbene deve rifiutare: "Mostrerei di essere grato a Geova per avermi dato un corpo “fatto in maniera tremendamente meravigliosa” se assumessi delle sostanze che in ultima analisi lo danneggiano?’ — Salmo 139:14", sembra incofutabile.

In chiusura, un'occhiata alle pubblicazioni segnalate:

- "Il più grande uomo che sia mai esistito", biografia molto accurata di Giuliano Ferrara (che non sospettavo nutrisse simpatie geovane). Particolarmente toccante il capitolo dedicato alla scorsa campagna elettorale, quando per le sopravvenute ristrettezze economiche il nostro ha dovuto far elemosina di verdure e uova nelle pubbliche piazze.

- "Cosa insegna realmente la Bibbia?", edizione critica delle Sacre Scritture dal taglio decisamente avanguardistico e , passateci il termine, vagamente revisionistico. L'autore suggerisce che il testo sia in realtà un vero e proprio manuale su come perseguitare un popolo.

- "Salvare la vita col sangue: in che modo?", libriccino agile ma ci assicurano efficace contenente una serie di diete dimagranti a base ematica. Pensavate ci fosse solo il sanguinaccio? in tal caso questo libro vi stupirà.

20/05/08

Dizionario Minimo: Lo chiamavano Zingarelli

Questo post è amaro, incazzato, sdegnato...saltatelo se non avete davvero un po' di tempo da gettare.


Mentre la Spagna e soprattutto l'Europa si dicono giustamente preoccupati delle nostre misure in materia d'immigrazione, e già che ci sono fanno sapere che certi metodi e certi progetti (o l'assenza di essi) non sono degni di un paese civile, in Italia si preferisce agire alla radice: il dizionario. Cambiare le parole significa cambiare i pensieri, cambiare i pensieri significa cambiare le opinioni. Come in 1984 di Orwell: se obblighiamo la gente a parlare in una certa maniera, le impediamo di pensare.

Dismetto un poco questa vena apocalittica, via, ma la situazione è grave. Ogni giorno i telegiornali ci vogliono convincere che clandestino è un sinonimo di criminale, che immigrato è sinonimo di forza lavoro usa e getta, che integrazione è sinonimo di asservimento culturale. Quando sentite "chi viene in Italia deve sottostare alle nostre leggi", ricordate che il vero significato della frase non è come vogliono farci credere "chi viene in Italia deve cercare di non farsi riconoscere come straniero e adeguarsi". Davvero, è solo codice penale baby. Quando sentite che le colf e le badanti (ma questi due termini non erano davvero sinonimi?) sono una risorsa per gli anziani italiani, quindi loro e solo loro vanno regolarizzate, non cedete alla tentazione di annuire. Non sono le uniche a lavorare, come vorrebbero invece farvi credere.

Qualcuno lo gridi, per favore. Qualcuno alzi la voce a coprire i mistificatori. Qualcuno ricordi agli italiani che gli immigrati sono esseri umani, sono della nostra stessa specie e hanno le stesse capacità mentali nostre. Gli immigrati amano, soffrono, sperano, progettano la propria vita, amano la propria vita. Gli immigrati sono fatti della stessa pasta nostra, e hanno anche loro ricordi, tradizioni, culture e stili di vita radicati nell'anima, nel sangue e nella terra che portano dentro il cuore. Gli immigrati hanno le stesse nostre attitudini, anche tra di loro la proporzione tra povertà e delinquenza è diretta, anche tra loro ci sono gli stronzi, anche tra di loro ci sono i santi e per fortuna anche tra di loro c'è una maggioranza di gente normale.
Agli immigrati il vostro Dio ha donato (spesso) una vita così difficile che se sapeste di doverla vivere preferireste reincarnarvi in una blatta, dal basso della vostra vigliaccheria che spinge in fuori il petto e grida improperi, affacciata a una finestra blindata. Agli immigrati ha donato (spesso) miseria, privazioni, sacrifici, bombe che voi avete finanziato, guerre che voi avete voluto, anni di conflitti civili che voi avete supportato.

Tutto questo è scomparso dalla definizione di immigrato, ora il significato è più ridotto, pratico, al passo coi tempi. Ora "immigrato" significa solo "chi entra per lavorare alle nostre dipendenze", e per converso clandestino significa "chi entra per delinquere". Citavo Orwell all'inizio del post, ed ecco che quella che mi sembrava un'affermazione apocalittica appare quasi giustificata. Se non è neolingua questa...

p.s. dovrei spiegarvi cos'è la neolingua? non c'è una voce wiki? ad ogni modo leggetevelo 1984, merita qualche ora del vostro tempo.

13/05/08

Intervallo: Juno e Adamo

Non ho tempo di seguire tutti gli avvenimenti della scena politica italiana. O forse è perchè o il portatile in riparazione. Ad ogni modo non volevo parlare solo di politica in questo blog. Alla fine parlare di fenomeni culturali o di costume è fare politica, in un certo senso. Non posso mica stare sempre qui a scrivere. Gli scorsi giorni faceva davvero bel tempo a Bologna. Questo periodo ho un sacco di esami e devo cominciare a lavorare sulla tesi.

Ok, dovrebbero bastare come scuse per non aver commentato il "caso" Travaglio, l'ultima cazzata del Papa sulla 194, Brunetta che spara sul mucchio e Berlusconi che...beh, qualcosa avrà detto questi giorni, non è mai stato più di una settimana senza tirarne fuori una. Dicevo, bastano? ad ogni modo, ora, intervallo! che poi significa un po' di cinema (mi sembra anche azzeccato).

Premetto che sono molto meno cinefilo di quanto vorrei (ma ci sto lavorando, quindi potrei parlare di cinema più spesso di quanto non pronosticassi all'apertura del blog), tuttavia un paio di film visti recentemente mi hanno colpito e credo vadano commentati assieme, parlo di Juno e Le Mele di Adamo.


Parto dal secondo, che dei due è decisamente il più ben fatto (e probabilmente non lo avete visto). Le Mele di Adamo è la storia di un neonazi che per scontare un periodo di riabilitazione sociale deve trascorrere del tempo presso una chiesa, non si sa bene cosa abbia fatto, ad ogni modo viene accolto da un improbabile pastore che gli affida una missione a sua scelta: Adam decide di preparare una torta di mele (e, in qualche modo, ce la farà). C'è una cosa però che la trama scritta in questa maniera non dice, ovvero il modo in cui il film è stato poi costruito (senza addentrarmi in tecnicismi che non conosco, vado a braccio che mi viene meglio), ovvero come questa storia arriva alla sua tragicomica conlcusione.

Quello che Adam (ma più che altro lo spettatore) impara nella chiesa, e che gli viene costantemente ricordato da una Bibbia che cadendo a terra si apre sempre nello stesso punto, è la parabola umana di Giobbe (si, quello della Bibbia) sui volti e nelle vite di tre persone (il prete e due "ospiti" che sarebbero dovuti essere temporanei ma si sono fermati), cristallizzati in una reazione al limite della nevrosi di fronte alle devastanti avversità che la vita ha dato loro da affrontare (non ve le elenco altrimenti bollereste il film come una trashata indegna, e davvero non lo merita). Meglio, che Dio ha dato loro da affrontare, perchè in questo film Dio c'è e la sua presenza si fa sentire in maniera molto distinta.

Anche Adam, entrato nell'orbita di Dio (forse il messaggio del regista è che Dio esiste ma si è ritirato nella tranquilla campagna danese?), incontra tutta una serie di ostacoli talmente esagerati da apparire quasi inverosomili in quella che dovrebbe essere una missione molto elementare (la torta di mele, ricordate?). In qualche maniera, tuttavia, è Adam a sbloccare non solo sè stesso ma tutti gli altri con sè, portando alla fine del film ciascuno a una conclusione. Tutto bene? no, perchè (e qui sta il tragicomico) le conclusioni, alla fine, non sono decisamente come ce le si aspettava, le si desiderava, le si progettava. Questi quattro uomini ne escono si vivi, ma più che altro sopravvissuti, mutati, e in qualche maniera...peggiori. E' la parodia di ogni happy ending hollywoodiano, meglio, la sua resa in chiave grottesca. Ed è perfetta, e più vera.

E ora passiamo a Juno, film portato sotto le luci della ribalta (perlomeno in Italia) soprattutto da Giuliano Ferrara con la sua battaglia per la criminalizzazione dell'aborto. Prima considerazione: non si capisce come Juno possa servire a una battaglia contro l'aborto. Sembrerebbe scontato in realtà: una ragazzina resta incinta, intende abortire ma decide infine di tenere il bambino, eccolo là! Sembrerebbe però, dato che in realtà la nostra eroina prende la decisione in meno di un minuto di proiezione. E il conflitto interiore? e la profonda riflessione sulla Vita che dovrebbe convincere le donne di tutto il mondo a unirsi ma soprattutto a non abortire? e la denuncia dello scandalo sociale di luoghi squallidi invoglianti all'aborto e privi di qualsiasi conforto per le giovani ragazze future madri? tutto in un minuto. Grazie. Da parte degli abortisti, intendo.

E la cosa in realtà si ripete per tutto il film, caratterizzato da una spaventosa mancanza di conflitti. Juno ha dei genitori che la prendono tutto sommato bene perchè la amano, un'amica che le da buoni consigli ed è sempre disponibile, un ragazzo che pure se un po' sfigato e trattato da pirla è pronto a tornare da lei quando ne ha bisogno, trova subito una coppia adottiva perfetta, quando il padre adottivo si chiama fuori (dopo essersi vagamente invaghito di Juno, ma alla fine non glielo confessa nemmeno) la sua compagna tiene lo stesso il bambino...e lei mantiene di fronte a ciascun ostacolo una leggerezza e una calma quasi indisponenti, che verrebbe da dire "ma piangi, cristo!". Una volta sola in tutta la durata del film saremo esauditi, e poi il regista si sbrigherà a correggere l'unica trovata degna di nota con un colpo di mano della nostra positivissima eroina.

Insomma, Juno è un susseguirsi di falsi ostacoli saltati con leggerezza e, dopo il pianto finale, tutto va a posto. Come a dire "ma si, che sarà mai partorire...take it easy!". Chiaro che un messaggio del genere non può essere preso sul serio da nessuno (tranne che da Ferrara, suppongo) che voglia davvero cercare di capire un impresa così difficile come il decidere di una vita umana che cresce nella tua pancia, e che dipende dalle tue decisioni non solo il se vivrà o meno, ma una parte della strada che farà nella vita.

La differenza tra i due film è proprio questa: uno, nonostante le sue esagerazioni e il suo spingere a volte sul grottesco, ci parla della fottuta realtà delle cose, l'altro ci propina una sorta di fiabetta a stento godibile (non è molto divertente nemmeno come classica commedia americana, anche se non annoia). Resta da capire se le velleità da Grande Film di Juno sono un'invenzione di Ferrara o se è il regista a crederci davvero. In quel caso, illuso.

09/05/08

Dove andremo a finire?

Come diceva Luttazzi, ci siamo già. Ieri sera è stata presentata finalmente la squadra di governo, composta da 21 ministri, che dovevano essere 12, di cui 9 senza portafoglio: 21-9=12, tutto ok? non direi, o forse dimenticate che senza portafoglio non vuol dire che non vengano pagati loro e i loro sotto-sotto-sottoni?

Comunque, archiviata la prima balla di Berlusconi (e attendendo il primo consiglio dei ministri a Napoli), diamo un'occhiata ai ministri più interessanti della legislatura che sta per partire:


Franco Frattini, ministro degli Esteri. C'è un pregiudizio su Frattini, ovvero che sia un gran diplomatico. In realtà ha avuto problemi fin dalle superiori con la diplomazia: le maestre lo interrogavano in matematica e lui rispondeva a domande di letteratura, lo interrogavano in letteratura e rispondeva a domande di matematica. Intervistato recentemente sull'argomento, Frattini ha dichiarato: "non ho mai veramente compreso la differenza".

"quello che si deve fare è semplice: si va in un campo nomadi a Roma, ad esempio sulla Cristoforo Colombo, e a chi sta lì si chiede: tu di che vivi?. Se quello risponde "non lo so", lo si prende e lo si rimanda in Romania. Così funziona la direttiva europea. Semplice e senza scampo."

Una dichiarazione di Calderoli? invece è proprio Frattini (Corriere della Sera, 15 Novembre 2007), che per l'occasione è stato anche sbugiardato e richiamato da una risoluzione Ue. Ma Frattini sostiene di non capirne le motivazioni, e dichiara: "è così che sono finito nel primo governo Berlusconi".


Claudio Scajola, ministro dello Sviluppo Economico. Noto per aver gestito il G8 di Genova, si è recentemente difeso dalle accuse di negligenza: "al G8 l'organizzazione fu perfetta, anzi, non ricordo pestaggi organizzati così bene a memoria mia". Il suo ministero, inspiegabilmente, accorpa anche quello delle Telecomunicazioni; il tratto comune? Di entrambe le materie Scajola non sa assolutamente nulla.


Roberto Maroni, ministro degli Interni. In realtà avrebbe preferito mettere su una fabbrica di occhiali alla moda, tanto per avere una buona scusa. Invece è nuovamente ministro degli Interni, 14 anni dopo il primo mandato e le riserve di Scalfaro che non voleva affidargli l'incarico, e 7 anni dopo il veto di Ciampi alla sua nomina di ministro della Giustizia. Non è incredibile? Maroni, nonostante Maroni, è ancora una volta ministro. C'è speranza per tutti.

Il suo agente si dichiara stupito: "eppure ero sicuro di aver portato il curriculum alla Pupa e il Secchione". Sospiri di sollievo da parte di Enrico Papi, che nonostante le apparenze non vota Lega (l'avreste mai detto?).


Renato Brunetta, ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione. Brunetta è la dimostrazione vivente che nella botte piccola non sta il vino buono. È talmente basso che potrebbe fare un pompino in piedi a Berlusconi, ma quando gli hanno chiesto: "Onorevole Brunetta, è vero che potrebbe fare un pompino in piedi a Berlusconi?", ha risposto: "Non ne ho idea, per ora si accontenta che io gli faccia da comodino".


Sandro Bondi, ministro dei Beni Culturali. Dopo la fatica editoriale di "Una storia italiana" in effetti ce lo aspettavamo, ma questo non ha fatto che peggiorare le cose. Sandro bondi ai Beni Culturali fa lo stesso effetto di una barzelletta raccontata durante un funerale: vorresti ridere, ma non ce la fai. Sei pur sempre a un funerale.

Impagabile poeta, nel senso che ancora nessuno ha avuto il coraggio di comprare una sua raccolta, Sandro Bondi ha un passato da comunista con ascendenze cattoliche ma sostiene di aver rinnegato entrambe le fedi in favore del berlusconismo, mantenendo però intatto l'integralismo. C'è chi lo ha criticato per l'idea di riempire tutte le acquasantiere della sua parrocchia con il sudore del cavaliere, ma lui va avanti per la sua strada e prepara il "Nuovissimo Testamento", dove Berlusconi salva l'umanità prendendo su di sè tutti i peccati degli uomini e ottenendo poi la prescrizione.


Umberto Bossi, ministro per le riforme. Dopo aver mancato il bersaglio la prima volta, l'ictus ha promesso di ritentare, nel frattempo 9 padani su dieci dichiarano che un vero leghista non ha bisogno del cervello ma solo del membro duro. L'Organizzazione Mondiale della Sanità, inaspettatamente, da loro ragione.


Giulio Tremonti, ministro dell'economia. Ha la faccia di quei compagni di classe delle scuole medie che vorresti essere un violento per poter picchiare.

Propugnatore della cosiddetta "finanza creativa" (tanto che avrebbe voluto accorpare il proprio ministero con quello dei Beni Culturali), è considerato un grande economista dai suoi animali domestici, che comunque hanno precisato "non siamo esattamente dei grandi esperti".

La sua nomina a ministro era scontata e annunciata da tempo, anche perchè pare sia l'unico del suo schieramento politico a saper usare una calcolatrice. Considerato un po' lo sfigato del gruppo, Tremonti si è fatto amico soprattutto il gruppo leghista, pare per farsi proteggere dagli scherzi di La Russa e Gasparri.


Roberto Calderoli, ministro per la Semplificazione Legislativa. Ha esordito proclamando a gran voce che lui taglierà, taglierà e taglierà. Come qualche anno fa, quando propose di castrare gli stupratori, e come quando decise di fare a meno del proprio lobo frontale. Laureato in medicina maxilofacciale e apparentemente valido cabarettista, Calderoli è un politico molto apprezzato in tutto il mondo. Quando non parla.


Era difficile fare peggio dei precedenti governi, ma Berlusconi ci ha abituato a impegarsi seriamente per raggiungere i propri obiettivi. Difatti, con la Giustizia a un anonimo Alfano e le Telecomunicazioni inglobate nel ministero di Scajola, non sembra esserci alcuna speranza per le riforme che tanto servirebbero al paese, in primis proprio quelle del sistema radiotelevisivo e della giustizia. Come volevasi dimostrare.



p.s. il post è una palese citazione dal filmato di Luttazzi linkato all'inizio del blog, come tale è un pezzo di satira che solo parzialmente (anche se con una percentuale decisamente alta) contiene dati reali e analisi obiettive ed efficaci. Questo non significa che non possa dire qualcosa lo stesso, insomma, la satira è satira (e dovreste sapere come funziona).

05/05/08

Una risata li seppellirà


I casi della vita: quella tra Andreotti e Schifani alla presidenza del Senato non è la prima staffetta tra i due, lo sapevate? quasi trent'anni fa, mentre Andreotti (secondo la poco nota sentenza) smetteva di avere rapporti "amichevoli" con la Mafia, ecco che nella Dc siciliana gli subentrava Schifani. Quella volta non riuscì a seguire le orme del Grande Vecchio (difatti non mi risultano condanne per reati di mafia, credo anzi sia incensurato), tuttavia intrattenne rapporti d'affari (era consulente urbanistico di Villabate) con Mandalà e Campanella (così afferma Campanella stesso, pentito illustre) che di certo non erano l'avanguardia dell'antimafia siciliana. Insomma, non ha fatto vergognare troppo il suo illustre predecessore. C'è una differenza sostanziale, però, col gobbo più famoso d'Italia: Andreotti ha la lingua tagliente, Schifani al massimo usurata.

il fatto è...

Rutelli ha perso le elezioni, oddio, chi se lo aspettava? Io. Seriamente, quand'è stata l'ultima volta che Rutelli ha vinto qualcosa? Mi basterebbe una partita a poker, una scommessa, una tombola...Guardate bene che attorno a lui ci deve essere qualcuno che porta sfiga. Scherzo ovviamente, parlare di sfiga è riduttivo, qui si tratta di mettere il culo nelle pedate. Candidare Rutelli a sindaco di Roma è qualcosa che va oltre la stupidità e sconfina nella metafisica. Sono mesi che tutti, e tu caro Uallerone in primis, si predica il nuovo che avanza...e mi presenti a sindaco della capitale un avanzo che a guardare bene si intravede pure il domopack? ma allora Woody Allen è morto, si è reincarnato in te e sta superando se stesso!

...che noi vilàan...

"Berlusconi non è più quello di una volta!", assicurano a destra e a sinistra. Sicuro, questa volta non fa nemmeno a finta di mantenere le promesse elettorali. E mentre attorno al suo ufficio si scalpita per un posto al sole (persino Rotondi...Rotondi! uno che avrà portato il voto suo e quello di sua moglie a far tanto!) lui sembra fregarsene, tanto anche se nessuno lo chiamerà grande statista, sui i libri di Storia ci penserà Dell'Utri a intervenire, e il futuro è di chi sarà più veloce a scriverlo.

...che noooi viilàaan...

L'ormai mitologico ministro Visco ha deciso di mettere online le dichiarazioni dei redditi di tutti i cittadini italiani, complete di tasse pagate. Qualcuno lo avvisi che la campagna elettorale è finita e Berlusconi ha già vinto, grazie lo stesso. Ad ogni modo in questo periodo gli esponenti della sinistra stanno facendo a gara a chi dice le peggio stronzate (tra governi ombra, litarelle, perdenti come la Finocchiaro accolti come il figliol prodigo e abbozzi di spiegazioni sul "perchè abbiamo perso, e no, non è come dice quello del blog paguro!"), credo siano convinti sia la maniera per fare carriera nella loro parte politica. Aspetta, hanno ragione!



e sempre allegri bisogna stare

che il nostro piangere fa male al Re


fa male al ricco, al cardinale


diventan tristi se noi piangiam!








p.s. Il filmato caricato su youtube non è opera mia, ringrazio quindi l'ignoto "grafico" che ha creato questa graziosa animazione. La musica è, ma questo lo sapete da soli, del mitico Enzo Jannacci

01/05/08

Leghisti for dummies (=dummies al quadrato)


In fondo io i leghisti li conosco (peraltro conosco anche i ciellini, quando sarà tempo ne parlerò...sono una specie di cavia consapevole, conosco un sacco di categorie umane di dubbio gusto), non fosse altro perchè mio padre vota Lega Nord e stava pure in una sezione locale tempo fa, pensate un po'. Per fortuna mi salva la madre comunista. Si fa per dire.

Dicevo, li conosco, e non sono sicuro che chi ci abita lontano e sente solo le sparate (rigorosamente a salve) dei vari capobranco possa rendersi conto davvero. Non è una specie di missione la mia, e dubito che possa essere considerato poco più di un divertissement, ma forse può aiutarvi a capire, cari i miei teròni :) .



(atmosfera tragicoseria, prego notare l'espressione)

Ripetevo tra me e me in questi giorni post-elettorali che avrei dovuto scriverne, ma non riuscivo a trovare una chiave di lettura del fenomeno-Lega che mi permettesse di spiegarlo a chi non è del Nord (preciso che sono dell'ancora relativamente non troppo barbaro Trentino), non è facile, davvero. E' come spiegare una battuta di Andrea Castelli (il comico trentino, non il comico leghista) a un lombardo, o spiegare questa frase, in generale. Ad ogni modo, l'illuminazione mi è finalmente giunta dopo la lettura di un divertente post di Leonardo, blogger che scopro in ritardo, dove il leghista viene sommariamente (ma efficacemente) tradotto come un apologo della sfigaggine, un cultore della cialtroneria, un estensore del Bar-pensiero alla sfera politica e sociale. E c'è da dire che per buona parte ci prende, anche se dimentica l'elemento essenziale: il leghista non ha tempo.

Forse perchè il tempo è denaro, e il denaro è ciò che importa davvero a un leghista...o voi ci credete davvero alla secessione? davvero, quelli vogliono solo tenersi "i danèè" che Roma Ladrona, difatti non Tiranna, gli ruba (a sentir loro). Voglio dire, se credessero davvero di potersi scindere dall'Italia, metterebbero Bossi, Castelli, Maroni e Calderoli a guidare le truppe? ma quelli lì al massimo ti portano in birreria. La verità sul consenso ai capibranco leghisti è molto più profonda e, credo, raffinata...ha qualcosa di antropologico.

Il leghista è quella persona che non si interessa di politica, ma non tanto perchè "la politica l'è na roba spurca", o meglio, anche, ma soprattutto perchè si scoccia. È noioso! Si devono leggere un sacco di libri, e quando uno lavora non ha tempo di leggere. Per fortuna che la televisione velocizza il processo, no? no. Davvero, questa cosa non l'ho mai davvero capita, soprattutto ora che per tirare fuori qualcosa da un programma di approfondimento in televisione (ammesso che ne valga la pena) si devono vedere almeno 10 puntate e avere un discreto culo. Si fa molto prima leggendo qualche giornale serio, cercando un po' su internet e magari ripassando qualche libro di Storia, no? no, pare che il leghista medio (e qui il discorso purtroppo non tocca solo lui) abbia dei problemi a usare il suo tempo per leggere. Ed è per questo che continua a credere a personaggi che finora hanno fatto poco più che parlare, peraltro proponendo soluzioni sbrigative quando non palesemente miopi a problemi che il leghista si dimentica essere tipici dell'Italia intera, e non solo del loro bel Nord.

Non voglio sostenere però che il leghista sia inevitabilmente anti-culturale, anzi, la "tragedia" è che semmai un certo tipo di pensare che solitamente sfocia nel leghismo si sta lentamente diffondendo ovunque, persino in ambienti insospettabili come le università (e parlo degli studenti). Difatti quello che c'è da capire del leghista è che, legata a doppio filo con la "mancanza di tempo", c'è una spaventosa (per me) mancanza di curiosità. In un certo senso spiega la stessa mancanza di tempo, più presunta che vera, e permette di capire anche altri fenomeni correlati strettamente al leghismo. Il leghista sta bene a casa sua, e li vuole restare. Per questo ha più fastidio che paura del diverso, e vorrebbe che tutto il mondo (quantomeno quello più prossimo) somigliasse a casa sua. Di dare un'occhiata all'arredamento delle altre case per vedere se c'è qualcosa di carino da copiare per il proprio salotto, nemmeno a pensarci.

Leggevo stamattina sul Manifesto (quello di ieri) che sia per gli italiani che per gli immigrati il problema principale dovuto all'immigrazione è quello religioso. Gli italiani si sentono minacciati dall'Islam (solo il 17% crede che possano esserci delle cellule terroristiche, il 55% ce l'ha con l'immigrazione islamica e con la sua "insofferenza verso il cattolicesimo"), gli immigrati avvertono il maggiore disagio proprio nelle (quasi assenti) possibilità di esprimere la propria fede. Ora, non vi sembra che si stia esagerando? quante persone di quel 55% non hanno nemmeno la vaga idea di cosa pensino gli islamici a riguardo? quanti non hanno nemmeno mai parlato con un islamico? ma soprattutto, quanti hanno un'idea precisa di cosa siano queste famose radici cristiane?

Non voglio affermare che non esista un "problema" (nel senso, una situazione che ha bisogno di essere affrontata), ma quella leghista è una non-soluzione, è non voler nemmeno dare un'occhiata al problema per preferire invece di nasconderlo alla vista o, possibilmente, sradicarlo. Come se si potesse fare.

E lo stesso si può applicare a tutta la gamma (peraltro abbastanza ristretta) di situazioni in cui la lega vuol far sentire la sua roca voce. La Cina è un colosso mondiale dell'economia? dazi! Il Sud è da sessantanni che ha grossi problemi a uscire da un pantano fatto di mafie, clientele, bassa occupazione? secessione! Il Nord paga più tasse del Sud e produce di più? federalismo fiscale! e via semplificando. Così il leghista tipico, sedutosi sulla poltrona al ritorno da una lunga giornata di lavoro, può sentirsi sicuro: c'è qualcuno che lotta per lui, e non gli chiede nemmeno di sbattersi troppo.